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La presenza dei frati Cappuccini a Madonna di Campagna

Secondo la tradizione i Frati Minori Cappuccini giungono in Madonna di Campagna nel 1538, ad appena dieci anni dal sorgere della Riforma cappuccina (provenienti dalla Provincia Ligure).

Nel 1557 il Consiglio dei Decurioni della Città di Torino concede ai frati la facoltà di officiare la chiesetta campestre dedicata a Nostra Signora di Loreto, comunemente detta La Madonna delle Campagne e, dieci anni dopo (nel 1567) li aiuta a costruire un convento con 13 celle.

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Date significative della presenza dei Cappuccini in Madonna di Campagna

Il 24 aprile 1619 il convento è assegnato alla nascente nuova Provincia Pedemontana (o della Santa Sindone; e dal 1622 di S. Maurizio martire).

Per adempiere a un voto fatto durante la grande pestilenza del 1629-1631 viene eretto un pilone volitivo (che nel 1936 sarà ricollocato nel muro di cinta delconvento e riconsacrato).

Nel 1667, per interessamento della duchessa Cristina di Savoia, il convento è interamente ricostruito e sopraelevato di un piano (contando cos' 25 celle per ospitare i frati residenti e accogliere quelli forestieri di passaggio). L'ampliamento della struttura rende possibile che il convento divenga per alcuni anni anche sede di Noviziato (1682-1688).

Il 7 settembre 1706 attorno al convento si svolge la decisiva Battaglia di Torino, che libera la città dal dominio francese. La vicenda è raccontata in un raro manoscritto autografo dell'allora guardiano dei cappuccini. I comandanti francesi caduti nel conflino trovano sepoltura nella chiesa conventuale (ma i loro resti saranno dispersi dalle distruzioni seguite alla Rivoluzione Francese). 

Nel 1802, a seguito della legge di soppressione di Napoleone, i frati sono cacciati dal loro convento: solo due religiosi possono rimanervi ad officiare la chiesa. Questa piccola presenza permette che, nel 1815 (al ristabilimento della Provincia dei Cappuccini del Piemonte), Madonna di Campagna possa essere il primo convento riaperto e destinato a sede di Noviziato (1818-1851) in cui professano alcuni giovani religiosi destinati a onorare particolarmente l'Ordine cappuccino: fr. Venanzio Burdesio da Torino, futuro ministro generale dell'Ordine (1847-1853); fr. Andrea Canova da Garessio e fr. Francesco Domenico Reynauldi da Villafranca Piemonte, missionari e poi anche vescovi in Bulgaria; fr. Guglielmo Massaja da Piovà d'Asti, per 35 anni infaticabile missionario in Etiopia e poi cardinale.

In questi anni il convento di Madonna di Campagna è meta abituale di visite del can. Giuseppe Cottolengo (che vi viene per le sue confessioni) e di don Giovanni Bosco (che vi conduce a passeggio i suoi ragazzi del Valdocco).

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Nasce la Parrocchia Madonna di Campagna

Nel 1834 l'arcivescovo di Torino mons. Luigi dei marchesi Fransoni chiede con insistenza ai frati di assumere la cura pastorale della popolazione che risiede nelle cascine, una trentina, disseminate del territorio campestre che circonda il convento, altrimenti costretta a dipendere per i propri doveri parrocchiali dalla distante chiesa dei Ss. Simone e Giuda, nel Borgo del Pallone (il Balon).

Nonostante la forte contrarietà espressa dai frati, il 1° luglio 1834 L'ARCIVESCOVO ERIGE IL TERRITORIO IN PARROCCHIA (la seconda affidata all'Ordine cappuccino in Italia) assegnandole il titolo della "Annunciazione della Beata Maria Vergine di Campagna" o "Madonna di Loreto". La vecchia chiesetta conventuale diventa così luogo d'incontro e di preghiera per i circa 630 residenti di quel vasto territorio (dall'attuale corso Vercelli alla Parrocchia di Lucento).

Il 13 ottobre 1835 la chiesa viene affiancata da un solido e decoroso campanile (alto 18,5 m e 3,5 m di fondamenta e composto di 39.650 mattoni e 500 quadrettoni in terra cotta), che accoglie tre campane fuse presso la Casa Ghermagnano di Torino (la prima di 7,5 q; la seconda di 4 q e la terza di 3,5 q). 

Sollecitati dalle difficoltà sociali che travagliano le famiglie loro affidate, nel 1838 i frati si fanno promotori dell'educazione dei bambini erigendo la prima scuola materna ed elementare del borgo. Ampliata nel 1842, a partire dal 1849 la struttura viene gradualmente trasformata in quella che sarà poi comunemente nota come la Piccola Casa di Carità (la Cita Ca) di via Stradella, in seguito aperta anche all'assistenza di anziani e malati cronici. Dal 1878 al 1975 l'opera caritativa e l'asilo infantile restano affidati alle premure di alcune Suore Vincenzine del Cottolengo. Per le mutate condizioni legislative e sociali, nel 1975 l'intero patrimonio della Piccola Casa di Carità sarà ceduto al Comune di Torino, facendo in modo di salvaguardarne le finalità fondative.

Nel 1857 l'Amministrazione Comunale concede ai frati il permesso di ampliare e raddoppiare il cimitero parrocchiale (ove ora sorgono la piscina e i giardini Sospello).

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Una nuova chiesa parrocchiale

Nel 1883, su progetto dell'ing. Giovanni Battista Ferrante, si avvia la costruzione di una nuova grande chiesa parrocchiale di stile romanico, a tre navate e volte a crociera. L'artistico e snello edificio sorge sopra l'antica chiesa, che può così funzionare regolarmente fino a conclusione dei lavori, quando viene demolita per permettere la pavimentazione in bargioline. 

Nel 1886 la nuova chiesa parrocchiale è conclusa e aperta al culto con una solenne benedizione. Nelle cappelle laterali sono posti 4 altari lignei di modesta fattura, mentre l'altare maggiore è abbellito dal quadro dell'Annunciazione di Roberto Bonelli, riproducente l'omonima tela attribuita a Defendente Ferrari e conservata ad Avigliana. L'antica statua lignea della Madonnina di Loreto viene invece riposta nel coretto laterale destro, perchè i borghigiani possano continuare a manifestarle la loro secolare devozione.

A compimento dell'intervento edilizio, e con tecnica abilissima, il campanile è sopraelevato di circa 22 metri. Superate le vicissitudini naturali e belliche, con la sua cuspide piramidale ancora svetta ardito e snello a oltre 35 m d'altezza.

Il 16 settembre 1890 un nuovo organo (progettato e costruito dalla Casa Carlo Vegezzi Bossi) è inaugurato con un concerto del maestro Costanzo Cominotti, organista della Real Chiesa di San Lorenzo. L'evento offre l'occasione per avviare l'attività di una apprezzata Schola Cantorum.

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Crescita ed evoluzione della Parrocchia

Dal 1885 la Parrocchia viene arricchita dalla presenza di una fraternità locale del Terz'Ordine Francescano (dal 1978 Ordine Secolare Francescano).

A fine '800, con l'espansione demografica della Città di Torino verso le periferie, il territorio della Parrocchia di Madonna di Campagna risulta abitato da circa 5000 persone. Per questo i cappuccini provvedono a costruire una chiesetta succursale provvisoria in onore di Nostra Signora della Salute, nel Borgo Vittoria, che è inaugurata il 15 giugno 1890. Dopo 5 anni e non senza tensioni, la Diocesi di Torino rivendica la giurisdizione sulla costruzione, avviando la fondazione di un imponente Santuario, eretto nel 1916. Dal 1927 la Parrocchia è affidata alla cura pastorale dei PP. Giuseppini del Murialdo.

Nel 1900 nella nostra Parrocchia viene inaugurato l'Oratorio maschile S. Luigi, presto affiancato da quello femminile (con laboratorio serale), intitolato a S. Agnese. Nel 1909 si costituisce il Circolo Giovanile Cardinal Massaia, destinato a durare oltre 50 anni.

Nel 1925 l'Oratorio S. Luigi celebra il proprio 25° di fondazione inaugurando il salone-teatro Cardinal Massaia, centro dell'attività delle due Filodrammatiche parrocchiali e di tutte le attività ricreative e culturali dei Circoli Giovanili.

Sempre nel 1925 viene fondata l'Associazione della Dame di Carità, cui seguirà, nel 1930, la costituzione della Conferenza di S. Vincenzo maschile. 

I festeggiamenti per il 400° anniversario dell'istituzione dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini culminano l'8 settembre 1928 con la solenne incoronazione della statua della Madonnina di Loreto quale "Regina del Borgo".

Nell'imminenza del 100° di fondazione della Parrocchia, nel 1932 la Chiesa è esteriormente abbellita dai dipinti di fr. Enrico Sacchetto da S. Damiano d'Asti. 

Nel 1936, dopo due anni di rapidi lavori, nella Barriera di Lanzo entrano in funzione un nuovo Oratorio e una Cappella succursale dedicata a S. Antonio Abate (in via Quincinetto). Dal 20 ottobre 1936 le due realtà sono animate con l'aiuto delle Suore Terziarie Cappuccine di Madre Francesca Rubatto (fondate a Loano il 23 gennaio 1885), che nel 1965 trasferiranno la loro comunità in via Caluso 18, per dedicarsi all'assistenza degli anziani e all'insegnamento ai bambini. La loro presenza continua ancora tra noi, sempre generosa e preziosa. Invece la cappella succursale in Barriera di Lanzo dal 1958 è divenuta parrocchia autonoma, affidata al clero diocesano.

Nel 1938, tra le case popolari che stanno sorgendo in corso Grosseto, è unaugurata una terza Cappella succursale, attorno alla quale progressivamente si costituisce il nucleo di quella che, nel 1947, diventerà la Parrocchia del Cafasso, anch'essa poi affidata al clero diocesano. E già dal 1936 un'altra porzione di territorio parrochiale, verso corso Potenza, era stata staccata per dare origine alla nuova Parrocchia del Cottolengo

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La distruzione della Seconda Guerra Mondiale

La sera dell'8 dicembre 1942, al termine di una gioiosa giornata di festa nella solennità dell'Immacolata Concezione, un terribile bombardamento aereo inglese rade al suolo l'intera chiesa parrocchiale e gran parte del convento: sotto le macerie rimangono 64 vittime innocenti (5 frati, tra cui il neoeletto parroco, e 59 cittadini, per lo più del borgo e rifugiati nel salone sottostante la chiesa). Dall'impressionante devastazione emerge miracolosamente intatta la statua della Madonnina del Borgo, mentre resta a svettare silenzioso il solo campanile.

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La costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale

I difficili anni del dopo-guerra vedono la lenta ricostruzione delle strutture e una prosecuzione tenace delle attività pastorali sia presso la Cita Ca di via Stradella, sia nella "cappella provvisoria" ricavata dall'adattamento del salone-teatro Massaia.

Fin dal 1946 s'avviano le procedure amministrative per giungere alla ricostruzione di una chiesa idonea ad accogliere le accresciute necessità degli oltre 30.000 parrocchiani. I progetti di massima sono affidati all'architetto Giuseppe Cento. L'8 dicembre 1949, 7° anniversario del bombardamento aereo, il cardinal arcivescovo Maurilio Fossati benedice la prima pietra del nuovo edificio. Il cantiere prosegue alacremente fino al 17 maggio 1952, giorno in cui viene inaugurato il nuovo edificio. La facciata, larga e ariosa, è in mattone; il triplice portico ne rompe l'uniformità con un'ampia feritoia a forma di croce. Tutt'intorno, l'edificio è sovrastato da una serie di piccoli archi, che si aprono su una galleria superiore. Il corpo dell'edificio, a tre navate, misura esternamente 50 m in lunghezza, 28 nella sua parte più larga e 28,3 nel punto più alto del tetto (dal piano stradale).

Nel 250° anniversario della Battaglia di Torino (1706-1956) nel salone sottostante la chiesa viene eretta una cripta con il sacello per deporvi i resti di quegli antichi combattimenti. L'ara è sormontatoda una statua in gesso riproducente la Pietà michelangiolesca. L'intero spazio sottostante la chiesa viene definitivamente risistemato nell'anno seguente ricavandone un salone con annesse aule per le attività catechistiche e pastorali.

La distruzione del convento aveva costretto la comunità dei cappuccini a cercare un'"ospitalità di fortuna, dapprima presso la Piccola Casa di Carità di via Stradella (dicembre 1942-luglio 1944) e poi nell'edificio costruito accanto alla chiesa provvisoria (detto ancora oggi "La casetta"). Solo nel 1957 è possibile avviare la ricostruzione del nuovo complesso conventuale, che è inaugurato il 17 maggio 1962 e che, per volontà dei Superiori Cappuccini, diviene anche la sede della Curia Provinciale (1962-1979).

Nel 1957 si avvia anche il completamento dell'arredo interno della nuova chiesa: si ricostruisce l'altare di S. Giuseppe e il pittore Mario Caffaro Rore realizza la pala lignea unitamente a quella delle otto storie della Vita di S. Francesco, collocata sull'altare di fronte.

Tra il 1967 e il 1969, in applicazione delle norme liturgiche emanate dopo il Concilio Vaticano II, si completa la sistemazione funzionale del presbiterio, arricchendolo di nuovi marmi e realizzando il bel mosaico in oro zecchino del catino absidale (204 mq) al fine di evidenziare il gigantesco Crocifisso ligneo (anch'esso opera del pittore Caffaro Rore) che, in forma pittorica, esprime i due principali Misteri della Fede: "Unità e Trinità di Dio" e "Incarnazione, Passione e Morte di Gesù Cristo".

Il 4 ottobre 1973 s'inaugura il nuovo organo (opera dell'antica impresa organaria Mascioni di Cuvio), a sistema elettropneumatico e dotato di 1803 canne, 28 registri reali, 2 tastiere e pedaliera.

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La consacrazione della nostra Chiesa

Il 9 marzo 1985, in concomitanza della ricorrenza del 150° anniversario della Parrocchia, il cardinal arcivescovo di Torino Anastasio Ballestrero procede alla consacrazione della chiesa e benedice il nuovo fonte battesimale, collocato nel presbiterio.

L'8 dicembre 1992 il 50° anniversario del bombardamento dell'antica chiesa parrochiale con le sue 64 vittime viene commemorato gemellando la Parrocchia con quella dei Ss. Pietro e Paolo in Monstar (Erzegovina), da pochi mesi colpita da analoga distruzione nel corso del conflitto che sta sconvolgendo i paesi balcanici dell'ex-Jugoslavia.

Nel contempo viene anche riadattata la cappella del S.mo Sacramento (adiacente la sacrestia), rendendola sede delle celebrazioni feriali e arricchendola di alcune realizzazioni in bronzo, opera  dell'artista Mauro da Celia.

Nel 1972 una nuova porzione di terriotrio parrocchiale viene staccata e assegnata alla sorgente Parrocchia di S. Vincenzo de' Paoli (in via Sospello), mentre negli anni '90 alcuni palazzi su corso Grosseto passeranno sotto la giurisdizione della Parrocchia di s. Ambrogio.

Nell'ultimo decennio la nostra chiesa parrocchiale ha ancora accolto nuove opere di rilievo artistico: due tavole lignee di Sergio Saccomandi, dedicate rispettivamente a S. Pio da Pietralcina e alla Santità cappuccina piemontese (S. Ignazio da Santhià, Angelico da None e Guglielmo Massaja) e i due quadri della Madonna della Parola e della Pietà, opere del pittore Rodolfo Trotta.  

Nel 2013-2014 l'ultimo intervento strutturale: il rifacimento del tetto della chiesa parrocchiale.

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I nostri parroci

f. NICOLÒ Barberis da Villafranca Piemonte (1834-1868)

f. ELIODORO Rosso da Carmagnola (1868-1877)

f. BERNARDINO Sabena da Villafranca Piemonte (1877-1891)

f. CORNELIO De Lorenzi da Torino (1891-1898)

f. INNOCENZO Martinengo da Balme (1898-1922)

f. EGIDIO Lanzo da Caraglio (1923-1940)

Il 22 settembre 1940 è consacrato Vescovo ausiliare a Magliano Sabina  e Poggio Mirteto (1940-1943) e poi Vescovo di Saluzzo (1943-1973)

f. FELICISSIMO Dutto da Caraglio (1940-1942)

f. FRANCESCO Cappello da Villafranca Piemonte (1942, 20 settembre-8 dicembre)

f. VENANZIO Salomone da Torino (1943-1971)

f. GIOVANNI Delmondo (1971-2001)

f. MARIO Durando (2001-2007)

f. MICHELE Mottura (2007-2010)

f. FERRUCCIO Bortolozzo (2010-)

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