SEI UN TESORO! - XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Se a noi occorrono sempre tante parole, al Vangelo di oggi bastano poche righe per delineare il Regno di Dio, regno che si dischiude nell’ordine della preziosità: un tesoro, una perla! Quando si è bambini amiamo giocare alla caccia al tesoro e l’immagine di un’isola del tesoro cattura immediatamente la nostra immaginazione, una volta adulti, quel gioco si evolve nella ricerca della felicità, che sembra un sogno mai raggiunto… La liturgia di questa domenica ci ricorda che si tratta di un desiderio sano e che le regole del gioco sono tutte contenute nella Parola che ci invita a seguire il Signore. Ricorderete tutti la domanda di Pietro: “Signore abbiamo lasciato tutto per te, che cosa ne avremo in cambio?” (Mt 19,29) Che cosa vinciamo, qual è il premio? - “Un tesoro Pietro! Il centuplo”.
Fratelli e sorelle siamo destinatari ed eredi di un grande tesoro… la cui consapevolezza dovrebbe farci uscire da questa chiesa con un immenso sorriso e una gioia profonda. Se ci ritrovassimo in tasca un assegno a sei zeri, un vero e proprio tesoro, faremmo i salti di gioia, bene, qui oggi per noi, c’è ben di più che quell’assegno… Ci viene consegnato il senso della vita, la sapienza per una vita eternamente piena. Il Signore ci dice come a Salomone “chiedimi quello che vuoi”. Ma attenzione nella risposta ci giochiamo tutto, perché c’è differenza fra le parole di Salomone e quelle di Salomé, che chiese la testa del Battista. Non è perfettamente uguale quello che chiediamo. Spesso siamo come bambini che chiedono ora un giocattolo, subito dopo un altro e poi un altro ancora…. Salomone chiese un cuore docile, un cuore cioè capace di lasciarsi istruire. Da chi? Chi è questo insegnante? Non è Erodiade, non è l’uomo che confida nell’uomo, ma lo Spirito Santo, maestro interiore, Dio nascosto in noi, sapienza più “preziosa dell’oro e dell’argento” che ci aiuta a discernere, a vedere bene le cose per districarci fra bene e male. Questo tesoro vale la vita!
E sia chi cerca, come il mercante, sia chi non cerca, come il contadino, entrambi lo trovano. Il Signore si lascia trovare talvolta nei modi più semplici e lineari, talvolta in quelli più impensati. Ma quando un cuore è già occupato da altro, difficilmente riesce ad innamorarsi di qualcuno. E le scelte preziose hanno sempre a che fare con l’amore. Si può scegliere davvero se si è consapevoli che quanto venuto fuori da quel campo è un tesoro prezioso. La gioia che ne deriverà sarà la forza della scelta radicale: quella di vendere tutto, lasciare tutto per comprare quel campo. Rischiare per un attimo di essere nullatenenti perché sorretti dalla speranza che di li a poco si sarà “tuttotenenti”, proprietari della cosa importante. Ogni uomo che è il campo di Dio, ha, sepolta nel cuore una perla, ma quel tesoro non è suo fino a quando non investe tutto in quel campo! E’ esigente la fede. Ma questo “vendere tutto”, non significa buttare via la vita, qualità, talenti, beni, relazioni… quanto piuttosto investire tutto in quel campo fertile! Amerai Dio con TUTTO il tuo cuore, TUTTA la mente e TUTTE le forze (Mc 12,30)… perché la promessa è di saper tirare fuori da quel campo “cose vecchie e cose nuove”: quel tesoro contiene anche quanto ci sembrava di aver rinunciato!
Fidiamoci di Paolo, che nel suo cammino di conversione e sequela, alla fine ha buttato via tutto “come spazzatura” (Fil 3,8) , perché ha trovato la perla preziosa, Cristo. Come si può dare via tutto quello che si ha? Solo se si è nella gioia piena come san Francesco d’Asissi. E come si può essere nella gioia quando si lascia tutto? Si può solo in un caso: se si è trovato molto di più, qualcosa che valga tutto il resto. Mai si fanno scelte per quello che si lascia, quanto piuttosto in nome di quello che si trova! E’ emblematico il mercante della parabola, lui di mestiere era ricercatore di perle, era cercatore di bellezza e preziosità, non cercava altro… ma la perla trovata supera la ricerca stessa del mercante, tanto che non ha più bisogno di cercare altro, altre perle belle. Il vero discernimento può cominciare solo da qui, da quando iniziamo a conoscere e a credere all’ampiezza, larghezza, profondità, e all’incommensurabile preziosità di quel tesoro.
E in un qualche modo, è sempre tempo di discernimento, perché è sempre tempo di scelte… La decisione di piccole grandi cose è all’ordine del giorno, il pane quotidiano della vita che è chiamata a compiersi, come un’opera d’arte, togliendo il marmo in surplus, e lasciando venire fuori, come direbbe Michelangelo, l’immagine che vi era intrappolata dentro… Cristo in noi. E allora “cercate prima il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta” (Mt 6,33), perché solo Cristo in noi è speranza di Gloria.
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». (Mt 13,44-52)