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PRONTI, PARTENZA... VIA! - Santissima Trinità (Anno B)

Domenica scorsa, nella Pentecoste, abbiamo ricevuto lo “Spirito che rende figli, per mezzo del quale gridiamo Abbà Padre”. Siamo figli nel Figlio… eredi delle promesse del Signore, del potere di Cristo. E questa eredità ci fa sentire la Bibbia vicina, come il forziere che contiene la nostra più grande ricchezza.

La nostra vita di fede è tutta trinitaria, all’interno di quel rimando continuo tra Padre, Figlio e Spirito Santo. In questo ci aiuta la liturgia con le sue azioni e preghiere che sempre ci inseriscono in questo intreccio esistenziale, in questo mistico incastro. Gesù che dice io so che sempre il Padre mi ascolta”… e il Padre: “Ecco il mio figlio amato in cui ho posto tutta la mia fiducia… e ancora “nessuno può venire al Padre se non per mezzo del figlio” e nessuno può dire “Gesù è il Signore, se non sotto l’azione dello Spirito”… c’è qui il più ‘grazioso' dei nodi!

Comprendiamo subito da questi toni, che parlare di Santissima Trinità non significa entrare in un arido dogmatismo o in una teoria filosofica. La posta in gioco è ben più alta!

Se la saggezza pratica ci dice che è sempre bene, prima di prendere una decisione, ascoltare diversi punti di vista. La Trinità è l’orizzonte più ampio che si apre in noi e vede più lontano di noi e porta in noi libertà e verità, il “preventivo” migliore che ci possa essere proposto! E di cui poterci fidare!

E lo sappiamo, alla società di oggi piacciono le inchieste, le investigazioni, ma possiamo altrettanto dire che al Mistero non piacciono le definizioni. Nella Bibbia non troviamo infatti la spiegazione della Trinità, quanto piuttosto il dispiegamento di una relazione, che si può semplicemente vivere!! Una relazione non potrai mai giudicarla se non la vivi, una relazione non va descritta va esperita. Un conto è sentire parlare da lontano di una famiglia di una data cultura, altro è essere “figlio alla pari” e viverne dal di dentro… Ecco oggi ci viene ricordata questa opportunità.

La Parola certo ci dà delle indicazioni sull’impronunciabile Yhawh che, quale che sia la giusta vocalizzazione ebraica, significa appunto “io-sono-con-voi”. E L’ESSERCI rimane in assoluto la più grande dichiarazione d’amore! Questo Dio non è come i falsi idoli che “hanno occhi ma non vedono, hanno bocca ma non parlano”, ma è il vivente e tutto quello che dice e fa, è per salvare l’uomo, egli è Colui che “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito”. Gesù. Il Figlio, rimane l’unica “spiegazione” del Padre, la sua intelligibilità… E che oggi si mette a garanzia di un perpetuo ESSERCI che diventa eterno: “sono con voi, tutti i giorni fino alla fine”. Mentre noi tendenzialmente abbiamo mille cose per fermarci prima, lui resta fino alla fine…

La Scrittura ha dei passaggi quasi ironici nel dirci: alla luce di tutto questo: Interroga pure chi vuoi… ma chi ha amore più grande?! Dove trovi un Dio più vicino, più grande?

Un Dio che “confonde” i conti: uno in tre… come l’acqua che sembra semplice e ‘monoteistica', invece è composta da idrogeno e ossigeno, compresenza di elementi, come Dio è compresenza di persone.

Ed è proprio in quest’acqua che siamo chiamati ad immergerci, per essere battezzati perché niente di noi rimanga all’asciutto, senza luce, escluso. Un’immersione nella vita del Padre, un tuffo nell’esperienza del Figlio, un bagno nella profondità della grazia e forza dello Spirito Santo Amore… per diventare familiari di questa ‘santa famiglia’. Dio che si fa in tre, anzi “si fa in quattro” per te… nel senso che aspetta te, chiede la tua parte. Il Vangelo terminava proprio con l’invio ad andare a discepolaRe e battezzare. Allora dire Padre, Figlio e Spirito Santo diventa come quel “pronti, partenza via!” di inizio corsa… la corsa evangelizzatrice tra le più belle: che è semplicemente parlare di quell’amore che abbiamo ricevuto, essere l’amore che riceviamo


Ci prendiamo ora un momento di riposo e nella preghiera chiacchieriamo con la Trinità lasciando risuonare le parole ascoltate e quelle di Sant’Anselmo: “Insegnami a cercarti…perché non ti posso cercare se tu non mi insegni, né trovare se tu non ti mostri…. Possa cercarti nel mio desiderio e desiderarti nella mia ricerca. Ti possa trovare amandoti, e trovandoti, ti possa amare”….

 
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28,16-20)
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