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NUOVO INIZIO - II Domenica d'Avvento (Anno B)

Inizio del Vangelo di Gesù Cristo. Inizio cioè, di una Buona Notizia, che è Gesù.

E in un mondo di cattive notizie, di giorni bui e tristi, sapere di un nuovo inizio sotto una buona notizia fa dilatare il cuore alla speranza; significa avere la possibilità di entrare e abitare la profezia millenaria di Isaia: “consolate, consolate il mio popolo… E come? Con la consolazione stessa che viene dal Cristo di Dio.

Mai come in questo tempo, abbiamo bisogno della consolazione di Dio. E se non vogliamo perderci quest’inizio di vita nuova, dobbiamo attivare la “modalità discepolo”: occorre seguire il precursore, fidarsi del profeta, fino a seguire l’uomo più forte il Cristo, il Messia atteso. Come quelle folle, che lasciata Gerusalemme, la città santa, la città del tempio, percorrono 30 km di polvere e speranza, di arsura e desiderio di bene, per seguire una voce nel deserto. Fratelli e sorelle, forse non abbiamo avuto, nei nostri programmi, il coraggio e l’audacia di quella folla, di pianificare il viaggio nel deserto, ma possiamo dire che con il Covid-19, il deserto è entrato nelle nostre case e città… e non solo perché con il lock-down e i vari coprifuoco, le strade in certe ore sono deserte, ma anche e soprattutto per tutto quello che simbolicamente il deserto porta con sé: solitudine, silenzio, isolamento, essenzialità, morte. Ma in tutto questo, la Parola ci instrada a non liquidare il destro semplicemente come l’immagine della fine quanto piuttosto a scorgervi l’immagine di un possibile nuovo inizio. Un’inizio incarnato da Giovanni, che in un paesaggio così amaro e minimalista si nutre di dolce miele, simbolo della Parola di Dio, di cui si fa voce. E quest’uomo, icona dell’essenzialità, porta ai fianchi una cintura proprio come il popolo di Israele nel cammino della liberazione, anch’esso attraverso il deserto… E nel pensare a questa cintura, mi è tornato alla mente il profeta Geremia, a cui il Signore comanda di acquistare una cintura di lino, che gli farà nascondere nelle fenditure umide di una roccia sulle rive dell’Eufrate e che gli chiederà di riprendere dopo del tempo, e che Geremia ritroverà marcita. Le parole che accompagnano quell’episodio sono le seguenti: “Questo popolo […] rifiuta di ascoltare le mie parole, si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli… ecco diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla. Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa di Israele e tutta la casa di Giuda perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma… non mi ascoltarono…” (Cfr. Ger 13). Amare il SIGNORE significa far sì che la sua Parola ADERISCA COME UNA CINTURA ALLA NOSTRA VITA. Il nuovo inizio ha bisogno di Dio, e di uomini e donne di buona volontà che ascoltino e mettano in pratica la Parola. Sapete tutti… Il mondo è diviso in due categorie: quelli che parlano e quelli che fanno. Abbiamo bisogno di precursori, di profeti, di testimoni… che siano voci della possibilità di ricominciare!

Allora in questo tempo liturgico forte, sei chiamato tu a farti “AVVENTO”, evento di un nuovo inizio! Il Vangelo comincia quando qualcuno dice “eccomi” e si converte. La nostra fede è così legata a questo “inizio”, tanto da avere bisogno di una “INIZIAZIONE cristiana” che passa proprio dal battesimo in Spirito. Una immersione che dice: “tutto di me nel tutto di te”. Morte dell’uomo vecchio per rivestirsi di Cristo, uomo nuovo, il Vivente e allora… anche il deserto fiorirà.

E voglio concludere con una leggenda indiana che qualcuno mi ha già sentito raccontare più volte:

Si dice che l’aquila viva fino a 70 anni, ma intorno ai 40 anni, deve prendere una decisione seria e difficile.

A questa età i suoi artigli sono molto lunghi e hanno perso di vigore, e non riescono più ad afferrare le prede di cui si nutre. Il suo becco, si è allungato ed appuntito, e si è incurvato. Le ali, invecchiate ed appesantite dalle penne assai ingrossate, puntano contro il petto. Volare é ormai difficile.

Ora l’aquila ha solo due alternative: o si lascia morire, o affronta UN DOLOROSO PROCESSO DI RINNOVAMENTO, lungo 180 giorni.

Volerà allora in cima ad una montagna, si ritirerà su un nido inaccessibile, addossato ad una parete rocciosa, un luogo da cui potrà fare ritorno con un volo piano e sicuro. Trovato questo luogo, l’aquila comincerà a sbattere il becco sulla parete fino a staccarlo, affrontando con coraggio il dolore di tale operazione. Ma passate alcune settimane, le ricrescerà un nuovo becco. Con questo, strapperà uno ad uno, i suoi vecchi artigli. E quando ricresceranno i nuovi artigli, con questi e con il becco nuovo, strapperà dal suo corpo le penne curve e sfibrate…Quando rinasceranno le nuove penne essa, nuova aquila rinata dall’alto, si lancerà sicura nel volo e vivrà un nuovo INIZIO perché l cose vecchie sono passate e ne nascono di nuove... in cieli nuovi e terra nuova.

Ecco.. perché la Parola dice Quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze; rinnovano le loro forze, come le aquile!” Buon Volo.

 
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». (Mc 1,1-8)
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