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FEBBRILE CONTESTO - V Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Nel contesto di Pandemia che stiamo attraversando, sentire parlare di febbre desta immediatamente l’attenzione e porta molta preoccupazione: perché potrebbe essere l’indizio dell’avvenuto contagio… Oggi se hai una temperatura “sopra le linee” non puoi uscire e soprattutto non puoi entrare in nessun luogo! Il Vangelo di questa domenica ci narra di Gesù che dopo essere uscito dalla sinagoga, entra, a casa di una donna febbricitante. Se non può uscire lei, Colui che sa entrare anche a porte chiuse ed è uomo di relazione per eccellenza, visita e abita la casa.

Ma quando stai male, non vorresti farti vedere da nessuno, probabilmente sei in disordine, hai una brutta cera, occhi spenti, odori pesanti… e che dire del probabile disordine degli ambienti!

E quel sabato, alla suocera di Pietro, in quell’intontimento e assopimento generale che solitamente porta con sé la febbre, capitano un bel numero di ospiti inaspettati e di gran calibro… Come è bello che questo brano cucia insieme sinagoga e casa tanto da ricordarci questo ricamo prezioso della comunione tra lo spazio sacro e quello ordinario. Perché, dal tempo di Gesù, sono lo Spirito e la Verità ha fare il tempio per l’adorazione; e non dobbiamo dimenticare che proprio le domus, le case, furono le prime chiese! Si apre una prospettiva vasta come la spianata del Tempio: quella di fare della nostra casa una chiesa domestica…

Quante volte invece viviamo contesti febbrili che ci separano da Dio e dalla sua casa nella nostra casa, dalla sua “visitazione”. Quante volte ci lasciamo accendere da fiamme di ira per delle cose che non vanno come vorremmo, per delle parole equivocate, per dei gesti affaticati, per dei vicini di casa indisponenti, per dei datori di lavoro irrispettosi, quante volte ci lasciamo infuocare da fiamme di invidia e gelosia per quello che altri hanno, quante volte le scintille sono i nostri progetti personali che ci portano ad essere febbricitanti tanto da non avere che occhi e orecchie per i nostri obiettivi che cerchiamo di perseguire con tutte le forze, il cuore, con tutta la mente, anche a discapito di tutto e di tutti, dimenticando che così ci viene chiesto di amare solo Dio e quella febbre invece ci fa tremare la fede e bypassare quella Parola che dice: “cercate prima di tutto il Regno di Dio… il resto vi verrà dato in abbondanza”. Ma noi non ci crediamo! Quante volte l’esplosione di questa febbre non ci fa più servire la giusta causa. E talvolta non dipende neppure da noi, che magari abbiamo cause e motivi giusti per essere infuocati dal disappunto e dall’amarezza, come per il povero Giobbe. Eco di tante e tante persone buone, che però vivono prove da far perdere pazienza e speranza! Ma la logica del mercenario non è quella di Dio. Il suo favore e la sua visita non le si comprano “con il duro lavoro sulla terra”, né con le buone motivazioni e neppure le buone azioni!

E proprio per i Giobbe della Terra, che vivono “la notte lunga e sono stanchi di rigirarsi fino all’alba”, oggi avviene la visita gratuita del Signore, perché “mentre il mio spirito vien meno, tu conosci la mia via” (Sal 141) E sempre come dice il salmo, ci viene in aiuto la sua mano (cfr. Sal 118)

E quella mano tesa verso quella donna, accettata pur nella debolezza della malattia, nel disordine e nell’affaticamento, senza tante smancerie, senza tanti convenevoli, una mano accolta così come si è, in un letto di sudore, libera e guarisce. E quella donna appena guarita si mette a servire. La guarigione abilita allo stesso potere ed attitudine del guaritore, del maestro, che è venuto “per servire e non per essere servito. La missione del servo inutile, quella così bene incarnata e raccontataci da Paolo, che vede in quello stesso servizio che è l’annunzio del Vangelo, la sua stessa ricompensa! E per questo “pur essendo libero, si è fatto servo di tutti”!… per diventare partecipe del Vangelo… per diventare Vangelo.

Liberati dalla febbre siamo così, riabilitati nell’attitudine di quel “come anche noi” del Padre Nostro, o di quel “come io ho fatto a voi”.

…. Ma non bastano i segni e i prodigi… Simone si lascia prendere dalla febbre del successo: "tutti ti cercano!”. Ma Gesù non mette a sistema e non capitalizza la fama, quanto piuttosto la fame e la sete di fare la Parola del Padre, questo è il suo cibo… Annunciare il Vangelo, far avanzare il Regno.

Il nostro rischio spesso è quello di mettere le tende dove c'è il successo, l’evento eclatante, dove le cose vanno bene. Gesù ha imparato nel deserto - luogo dove il Satan si manifesterà come distributore di potere” - a smascherare la logica del successo, e lo farà pronunciando quel coraggioso: "andiamocene altrove”, perché non tutto ciò che luccica è oro.. e anche lo stesso demonio sa vestirsi da angelo di luce. Che grande insegnamento. Saper chiudere gli occhi e tappare le orecchie dinanzi alle lusinghe e ammiccamenti del mondo che vogliono sedurci e portarci sul monte per farci vedere i regni a nostra disposizione se ci inchineremo al demonio. Gesù risponde da un altro monte quello della preghiera e dell’incontro intimo con l’Abbà, e ci insegna ad andare oltre alle vuote e false promesse, oltre alla logica mercenaria della compravendita e del ricatto, oltre la popolarità e il largo consenso, perché sempre stretta rimane la sua via.

Il problema non è tanto quando perdi, il Signore viene per gli ultimi (!) ma quando vinci, perché puoi perdere te stesso, nel giro di una stretta di mano sbagliata che anziché guarirti, ti contagia!

 
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. (Mc 1,29-39)
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