ECCE HOMO - Natale del Signore
Se quest’anno non siamo riusciti a celebrare la Messa del Natale nel cuore della notte, possiamo tranquillamente dire che ad incrementare la tonalità del buio e dell’oscurità, “a fare notte” anticipata, c’erano già i nostri giorni, ci bastava già il carico di fatica di questo tempo cupo!! E le nostre tenebre, quelle dentro e quelle fuori, ci riportano al cuore della pagina del prologo dell’evangelista Giovanni, che ci racconta, nei termini totalmente diversi dal Natale tratteggiatoci da Luca nel Presepe, comunque di un “parto”: quello della luce, frutto del travaglio e della lotta proprio con le tenebre… Non a caso quando nasce un bambino si dice “dare alla luce”. E “Il verbo si è fatto carne” proprio in questo contesto di ombra, perché “il popolo che camminava nelle tenebre” potesse tornare ad avere luce! Purtroppo è tutto vero quello che stiamo vivendo, purtroppo le tenebre le abbiamo imparate a conoscere bene, ma ora è tempo di luce! Siamo figli della luce e non delle tenebre, siamo fatti per la luce e non per stare in ombra.
Fratelli e sorelle, in un momento così difficile della storia, io credo che da ogni altare, da ogni casa, da ogni ospedale, da ogni pc, da ogni telefonino e videochiamata, insomma da ogni voce, si è alzato un grido al cielo, una preghiera, forse per alcuni una bestemmia, una domanda feroce a Dio… E forse proprio per questo, quest’anno abbiamo una preziosa possibilità, quella di comprendere, anche se a caro prezzo, il vero senso del Natale, e cioè che: abbiamo tutti bisogno di un Salvatore. Abbiamo tutti bisogno di luce, di rinascere dalla buona stella e di ripartire dalla speranza, perché possano tornare “in luce” le cose belle e buone della vita.
Questa notte è stato dato alla luce un figlio in una mangiatoia, proprio per riconciliarci con il tema della fragilità e della cura, il tema della precarietà e della povertà. Il salmista si chiede “Che cos’è l’uomo…?” Ecco l’uomo: un essere piccolo, fragile, precario, povero… Ecce Homo, era ora che ce ne rendessimo conto!
Allora il mio, il tuo, il nostro nome oggi è: Natale. E se sei Natale, oggi la tua vita viene battezzata nella luce, perché le tenebre sono chiamate a svanire anche grazie al tuo contributo! Da più di duemila anni il verbo di Dio non smette di entrare nel mondo e di abitarlo, anche se può sembrare che un anno sia peggio dell’altro, Lui non smette di venire proprio per dirci e ricordarci che l’amore nasce, che l’amore vive, che l’amore sa morire, che l’amore risorge, perché alla fine l’amore vince!
Spesso la nostra fede è di testa, fatta di tante elucubrazioni, filosofemi inutili, ma ne abbiamo fatto esperienza mote volte, davanti alle prove, la testa non regge… Per questo ci viene ricordato che “il verbo si fece carne”! Non siamo davanti ad un principio teoretico, Dio non è astrazione; le cose dello spirito sono vitali, come una carne che nasce e che ha bisogno di cura!
La storia della salvezza nasce qui “alla luce delle tenebre”, dentro l’ingiustizia, dentro la via difficile del potere politico dell’imperatore, dentro l’ottusità di un sistema religioso di scribi e farisei… Ma non è la tenebra il problema, a ciascun giorno la sua prova e la sua pena; fondamentale è la risposta che noi ne diamo…
Per accogliere veramente Gesù c’è bisogno di fare pace con le nostre stalle, i nostri “vuoti”, con le nostre tenebre, con l’esperienza del brutto e dell’ingiusto, perché se il Signore è Salvatore, lo è proprio perché desidera liberarci e salvarci da ciò che luce non è.
Allora se oggi il tuo nome è Natale, festeggia adorando il Re, e non lasciare che sia la disperazione a piegarti, che siano i bisogni a prostrarti, gioca d’anticipo e piega le tue ginocchia come atto di profonda umanità verso un bimbo che nasce, e rimani aperto a quello che sarà la vita crescendo con Lui… Sei chiamato a diventare scia di quel profumo di bimbo misto a paglia e fieno, diventare noi carne di quella carne, diventare noi luminosi di quella luce, a diventare noi il Natale di Gesù per tutte le croci che ci sono, e allora sarà nuova nascita, nuovo inizio, risurrezione, nell’unico grande mistero del nostro Dio - Ecce Homo nell’Ecco il bambino.
… Dicono che quando ti nasce un bambino cambia la vita, sia così per ciascuno di noi, perché questa notte “ci è stato dato un figlio”…
Buon Natale a tutti noi.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. (Gv 1,1-18)