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UN RICCO POVERO - XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

In tanti sono accorsi per vedere Gesù, ma mentre la folla rimane anonima, un piccolo uomo, grande peccatore, attrae l’attenzione di Gesù. Mentre la folla è gregge, Zaccheo è pecora smarrita, che inizialmente vuole solo vedere, e non pensa minimamente di poter anche essere visto e riconosciuto da Gesù. Ma l’uomo dei conti, ‘non ha messo in conto’ che prima del suo desiderio c’è quello di Dio! Ci troviamo a Gerico, la città posta sotto il livello del mare, simbolo del baratro in cui talvolta l’uomo precipita, ma come dice il salmo: “il cuore dell’uomo è un abisso” (Sal 63), e il Signore lo conosce ed è l’unico in grado di raggiungerlo per bonificarlo e tirarlo/tirarci fuori. Uno dei probabili significati del nome Zaccheo - oltre all’ironico “essere puro”- è “ricordo”. Dio si ricorda anche e soprattutto di chi é a terra, e ha la pazzia di toccare il cielo, salendo su di un albero, compiendo un gesto insolito, quasi ridicolo, adolescenziale. Quell’uomo non si vergogna di dimostrarsi come un ricco povero, a cui manca ancora qualcosa, un ricco-povero affamato di riconoscimento, affetto, di una parola buona. Quando qualcosa ti manca e ti interessa davvero le provi tutte. (Mentre meditavo su questo brano, mi sono ricordato di quando da ragazzino, informato tardi di un concerto che mi interessava, era uno di quei concerti estivi, all’aperto, sprovvisto di biglietto, mi sono recato con un gruppo di amici e per vedere qualcosa, mi sono proprio arrampicato su di un albero per vedere qualcosa, con degli esiti abbastanza imbarazzanti, e scorticanti!). Quando ti piace o ami qualcosa o qualcuno diventi folle. E quando il cuore ti batte sembra che tu non abbia occhi che per quella persona… Anche per Zaccheo, il fastidio della folla a lui contraria, scompare, adesso c’è solo il maestro. Quanto ama Dio questa attitudine del cuore! E a proposito di biglietti, Zaccheo non ha proprio un bel biglietto da visita: é un pubblicano, un pubblico peccatore, che ha a che fare con il denaro per giunta raccolto a nome degli oppressori. La Parola ricorda che “radice di tutti i mali è il denaro!” ( ) [aperta parentesi: non lo diceva solo per gli uomini di allora e per il popolo di Israele - chiusa parentesi]. Ma come ha ricordato il libro della Sapienza, il Signore “Chiude gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento […] perché, messa da parte ogni malizia, credano in Lui”. E l’uomo degli affari loschi, sa sfruttare tutte le occasioni, ha intuito qualcosa di quest’uomo di Nazareth, e sta per compiere il vero affare della sua vita! Spesso pensiamo di poter incontrare Dio nelle cose belle che abbiamo e sappiamo fare bene... questo brano ci dice il contrario. Quei lati peggiori, i limiti, diventano quei blocchi sulla pista da cui far partire la corsa… E Gesù fa sperimentare, a Zaccheo in primis, e a tutta la folla, che c’è un’altra economia. Con uno sguardo e una parola piena di tenera accoglienza lo fa, letteralmente, cadere dall’albero come una pera cotta. In quello sguardo Zaccheo trova ciò che i soldi non gli avevano mai potuto donare: misericordia e perdono che lo riabilitano all’interno delle relazioni, con la proposta del banchetto, della festa in casa sua. Gesù cambia la rigidità della Legge. E in quegli occhi Zaccheo riconosce la possibilità del suo cambiamento di vita. “Zaccheo tu ce la puoi fare!”. Senza quel credito di fiducia nessuno se la sentirebbe di provare a giocare la sfida del cambiamento. E Gesù tifa per lui. “Oggi la salvezza è venuta” a cercarti, a stanarti, a rialzarti… “Oggi la salvezza è entrata nella tua casa”. E quando è salvata la casa è salvo tutto. E’ più fine dei fini psicologi, Gesù, sa che la casa è simbolo dell’intimità, della propria storia, dei ricordi, del passato e della fiducia per il domani, e sa che chi si sente tradito nelle promesse di casa, si sente tradito nella vita. Tutto viene a riabilitare. E lo fa Oggi. Non ieri, né domani. Per l’evangelista Luca, è questo il tempo, non un altro. Questa parola risuona come una costante, dall’annuncio degli angeli ai pastori: “Oggi, è nato per voi un Salvatore” (Lc 2,11); alla sinagoga di Nazaret “Oggi questa Scrittura si compie” (Lc 4,21); fino alla croce al ladrone: “Oggi con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43). A ricordarci che noi incontriamo Gesù nell’oggi! Molti di noi probabilmente se sono qua hanno già fatto questo incontro simil Zaccheo… e chi lo ha sperimentato sa che è un incontro che cambia la vita, cambia la prospettiva, ma forse ci manca un pezzetto. L’uomo non è fatto per restare sul trespolo dell’albero, a guardare negli occhi Gesù.. è il momento di far risuonare quel “Scendi giù” insieme a quella specificazione “casa tua”… tutto comincia da questo oggi. Il Signore ci doni la forza di fare quello che abbiamo capito di dover fare… oggi.

 
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». (Lc 19,1-10)
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