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L’ALTRA FACCIA DELLA VITA - II Domenica di Pasqua (Anno C)

In questi giorni dell’ottava di Pasqua, la liturgia ci ha presentato i racconti delle apparizioni, le testimonianze del Crocifisso-Risorto - festa e cuore della nostra fede- situazioni nelle quali il Signore non si è mostrato con spirito di rivalsa, rinfacciando l’esito vittorioso o rivendicando qualche atteggiamento discutibile: nessuna accusa e nessuna predica! Quanto un passaggio delicato accompagnato da diversi segni: le bende a terra, il cuore che arde, la rete che raccoglie una quantità enorme di pesci, la testimonianza di alcune donne…

Segni di un amore concreto, incapace di puntare il dito, e generoso nel donare e porgere ancora una volta “le mani e il fianco”: sintesi dello stile di Cristo. Le mani: le azioni, il lavoro, le tante opere per rivelare e comunicare il Padre; e il fianco, ovvero il cuore. Puoi fare tante cose, ma è il cuore a fare la differenza!… “E i discepoli gioirono al vedere il Signore”… Ogni anno, anzi ogni giorno, attendiamo con impaziente attesa, questo solenne saluto “PACE A VOI!” - e l’altra faccia della vita! Quanto abbiamo bisogno, nella lotta di ogni giorno, di pace, di questo ‘Shalom’ frutto prelibato di mani e fianco, cioè di una vita spesa nella dedizione, di una vita versata, che richiama quelle storie belle che ci sono nelle nostre case, magari nel nascondimento, storie di cura e dedizione all’ammalato, al genitore anziano, storie di sacrificio per un figlio, per un coniuge, di duro e onesto lavoro per la famiglia… quel martirio bianco, di luce, scintille di un dono sommo, perché non c’è Amore più grande di questo: dare la vita per gli amici.

Mani e Fianco, testa e cuore, che in questa domenica vengono offerte anche e soprattutto per Tommaso il discepolo emblema dell’incredulità e della fede al tempo stesso: forse perché le due cose sono facce ‘gemelle’ della stessa medaglia e non possono proprio separarsi… Il ‘gemello’ - questa è la traduzione del nome Tommaso - il gemello, ce lo portiamo sempre dietro con noi! Alla festa della vita sono invitati tutti e due i fratelli: perché la sola incredulità blocca l’azione di Dio e nello stesso tempo, come diceva (a grandi linee) il teologo Moinght: “non posso dire di credere veramente se non su quelle cose su cui ho dubitato ferocemente”. Allora occorre ‘tornare’, come ha fatto Tommaso che aveva lasciato i discepoli, occorre tornare nella comunità, occorre essere in comunione, perché la divisione caccia lontano Dio… Ma il nostro Dio non si scandalizza, e persino a porte chiuse, entra! Non si rassegna alla nostra chiusura, alla nostra porta in faccia. E se in Apocalisse dirà “Io sto alla porta e busso”, qui va persino oltre, supera ogni muro… arriva persino ad accondiscendere alla debolezza di Tommaso, come a dirci: ‘sappi che non saranno le cento, mille verifiche a fare la differenza!’ Ti devi fidare!

La comunità parte da qui. Dalla fiducia, dall’abbattere ogni muro e dal Cristo vivo al centro, non quale fantasma, ma come l’Amen di Dio come a dire: è tutto vero, ne valeva la pena… Allora Signore, magari sono ancora nel sepolcro, c’è qualche benda che mi tiene ancora legato e non mi fa risorgere: sono duro, deluso, amareggiato, arrabbiato, ripiegato su di me, magari vittima del mio passato, della mia storia, dei miei traumi, lutti, malattie… ma oggi io dichiaro di credere! “Credo! Entra e apri la mia incredulità… vivi la mia non vita”…

E quando il Signore trova un cuore docile, capace di fargli spazio, ecco che “segni e prodigi avvengono tra il popolo”. Pensate che il testo degli Atti, ci fa intendere che persino l’ombra di Pietro, dove arrivava, portava guarigione. Quando sei ripieno dello Spirito Santo accade questo! E quanto scritto in Atti è per noi oggi! E in virtù del Risorto si fanno risorgere situazioni complicate e persino persone!

Ma ciò che ci fa risorgere già qui, già ora, che ci fa fare esperienza di risurrezione è il miracolo del perdono. Oggi lo sappiamo ricorre la domenica della Divina Misericordia. La misericordia fratelli è la nostra salvezza, ma passa necessariamente dalla comunione con i fratelli … Comunità di Dio in cammino: o ci amiamo come fratelli e impariamo a buttare giù qualche boccone amaro per ricominciare a fare sul serio i cristiani, oppure abbiamo mancato il messaggio cardine, ovvero quel volerci bene come fratelli, farci riconoscere cristiani da come ci amiamo; da come trattiamo i nostri vicini, le nostre relazioni…

Chiediamo il coraggio di fare il passo di Tommaso che otto giorni dopo, decide di “stare insieme” agli altri discepoli, dopo aver disobbedito alle proteste del suo cuore ferito.

E come ci ha fatto pregare la seconda lettura: Non temiamo! - Perché Lui è “Il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi”… Con questa consapevolezza, il Signore ci dice -“Ora io mando voi” - “ricevete lo Spirito Santo” per vincere l’incredulità e passare all’affidamento, e diventare testimoni credibili.


#incredulità #fede #comunità

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