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IL PERDONO È LA MIGLIOR VENDETTA - VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

La Parola di Dio è strumento di verità. Ammettiamolo…non siamo così tanto lontani dalla logica di Abisai, il nipote di Davide, che da guerriero incita alla vendetta, vuole riportare la giustizia e semplicemente regolare i conti una volta per tutte con il nemico, che costituisce un pericolo per la vita dello zio. Abisai propone un modo di ragionare ed agire tutto umano. E in tutto questo trova anche una giustificazione pia e devota “Dio ti ha messo nelle mani il nemico”…. Ma Davide, sceglie un gesto controcorrente, il coraggio della fede e decide di sottrarsi alla vendetta. Se anche Dio ha messo Saul nelle mani di Davide, Davide lo riconsegna nelle mani di Dio… perché come dice la parola, “la Vendetta spetta (solo) a Dio”.

E così il Re Davide scrive quel famoso detto “il perdono è la miglior vendetta!” . “Dio ti ha messo nelle mani il tuo nemico” (1Sam 26,8). oppure ti ha messo accanto un fratello da custodire, da illuminare, da accompagnare? Davide sposa questa seconda opzione, perché nell’altro c’è sempre impressa, anche se magari sotto strati e strati di polvere e stucco, l’immagine di Dio, che lo fa un unto del Signore, un benedetto di Dio… In più nella sua esperienza di Re, Davide ha imparato bene che la vendetta non è per nulla economica: nessuno ci guadagna, tutti ci perdono… in vita. Quella vita che non viene rispettata da chi decide di farsi vendetta da solo, perché la considera alla portata delle proprie mani. La vita, invece, è un mistero così grande che può stare solo nelle mani del Creatore.

“Volete essere felici per un istante? Vendicatevi! Volete essere felici per sempre? Perdonate”. Il perdono certo non cambierà il passato, ma in qualche modo, cambierà l’oggi e il domani, facendoci credere che il Male non riuscirà mettere radici e donandoci pace. La Parola invece ci dice che il non perdono è radice di amarezza. Siamo chiamati a perdonare non perché l’altro lo meriti sempre, quanto piuttosto perché noi ‘meritiamo' di non perdere la pace e il senno

E se ci pensiamo bene la vendetta, alla fine, rivela una profonda mancanza di fede. Il vendicativo non crede cioè che Dio possa prendere le sue difese contro il nemico. Chi invece ha fiducia in Dio, rimette a Lui il debito del nemico e ripete con Giobbe: “Io so che il mio vendicatore è vivo, e che ultimo si ergerà sulla polvere”… Signore sono conti superiori alle mie forze e li rimetto a te che conosci tutto di me e dell’altro…

E nel Vangelo la già difficile proposta del perdono viene superata da quella dell’amore al nemico. Nel chiederci questo Cristo, sta descrivendo se stesso. E’ Lui che ci ha amato quando eravamo ancora peccatori/nemici ()… e non ha voluto essere difeso con la spada e il taglio dell’orecchio a chi lo stava venendo a prendere per metterlo a morte. Non ha scelto di ripagarci pesando sulla bilancia quanto meritavamo… Fortunatamente come canta il salmo 102,10 Dio “Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe” (Sal 102,10). Ma fratelli e sorelle non è esattamente questo quello che tutti cerchiamo gli uni dagli altri?!? E per farci fare questo processo di consapevolizzazione e maturazione, Gesù ci dice di guardarci dentro, e di attingere niente meno che ai nostri desideri! “Come volete gli uomini facciano a

voi, così anche voi fate a loro” (Lc 6,31). Invitati a trasformare il nostro desiderio in azione nei confronti degli altri. “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati” (Lc 6,37-38).

E per fare questo ci viene indicato uno strumento fondamentale: la preghiera, che è e rimane la forza controcorrente per eccellenza! La preghiera… perché solo chi è in intimità con il Signore può capire un tale comandamento, che porta in sé parole che quasi ci scandalizzano, che sono cioè come pietre d’inciampo sul cammino… ma quella caduta ci può far ritrovare la postura corretta: in ginocchio, faccia a terra, bassi, schissi, umili. Da quando il Signore ha pronunciato quelle parole, l’amore al nemico deve fare parte del nostro esame di coscienza. Non è un invito alla passività di chi non sa reagire, ma una precisa iniziativa: non chiudere le porte della possibilità del cambiamento, della novità a nessuno…

In un momento di silenzio vogliamo portare all’altare del Signore il volto, il nome, di qualche persona con cui stiamo facendo particolare difficoltà, con cui abbiamo qualche problema… e rimettere tutto con fede nelle mani del Padre.


#perdono #vendetta #amore

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