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NON INGUAIARTI - VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Conosciamo bene la pagina delle beatitudini che nella formula dell’evangelista Matteo, fa proclamare a Gesù l’insegnamento sul monte… come a dirci sono ‘parole di montagna’: che portano in sé la fatica e la bellezza delle vette; e la versione di oggi, tratta invece dall’evangelista Luca, che colloca Gesù in un luogo pianeggiante, ‘parole di pianura’: per il cammino di tutti i giorni, un cammino dove si può procedere con passo deciso… La vita è tutto un cammino, e la strada spesso ci pone davanti all’alternanza monti-pianura, salite-discese e anche dei bivi. Le parole di Geremia ce lo trasmettono con una immagine: troviamo da una parte il tamarisco solitario e dall’altra l’albero rigoglioso. Da una parte chi confida in se stesso e si trova così in piena solitudine in una terra impraticabile, e dall’altra chi confida in Gesù e non soffre il caldo soffocante delle preoccupazioni e l’arsura del deserto, e che in ogni in ogni circostanza trova l’occasione per produrre frutti!

Ancora una volta la differenza è nell’ascolto. E la Bibbia, insieme alla vita di tutti i giorni, attesta che chi è povero, ha fame, e sta piangendo, molto spesso ascolta di più! Mentre i ricchi, i sazi, gli appagati, spesso sono tra i più superficiali e distratti… vivono l’illusione di potersi permettere di abbassare la guardia perché… tanto hanno tutto (!) e le eventuali cose che potrebbe far intravedere e portare quell’ascolto, tanto non trovano posto perché lo spazio è finito! La realtà è che per quanto possiamo essere ricchi e circondati da cose preziose, in ognuno di noi c’è incompiutezza. E proprio questa condizione diviene la “porta santa” del Salvatore, ciò che calamita la sua compassione su noi. Il cambiamento, la conversione, la preghiera, spesso cominciano proprio da qui… Prima che il Signore ci facesse conoscere la sua Parola, come eravamo? Senza di Lui come diventiamo? Un po’ tutti, senza pensare a situazioni necessariamente estreme, e in forme sicuramente diverse e magari più simboliche, prima dell’incontro con il Signore, siamo passati per la fame, le lacrime e la povertà … Riconoscersi poveri così, rende l’uomo pienamente libero, cosa che il potere forte, il potere costituito detesta, perché l’uomo che è nelle mani di Dio non è più in pugno a nessuno!

E’ una libertà che costruiamo passando anche attraverso la correzione; troviamo nel testo quel “GUAI” che, non ha tanto a che fare con il genere letterario della minaccia, quanto con la preoccupazione di un Padre che dice: non “inguaiarti” (!), non perderti, non cercare casa nel deserto: se ti stacchi dalla sorgente, sei da piangere come già secco, come morto!

Si è sempre convinti che se c’è la salute e ci sono i soldi c’è tutto, ma è davvero così?!? In questa settimana la liturgia ci ha riproposto i primi passi del libro della Genesi: Adamo ed Eva avevano tutto, erano in un paradiso terrestre eppure… non gli è bastato (!). La vita è sempre in ricerca di un di più di vita ma a volte andiamo a cercare in luoghi sbagliati, o ci abbeveriamo a sorgenti di acqua contaminata.

Sembra dunque che per Gesù la felicità, alla fine della fiera, consista non tanto nello “stare bene”, questa è più questione da fitness (!), quanto nel creare uno spazio in cui Dio possa entrare per renderci “più buoni”.

La sazietà e il compulsivo like, pollice su sopra tutte le cose, non può essere la condizione vera per questo mondo… “guai” a chi lo crede, farà della sua vita un altare a mammona.

Concediamoci in questo giorno di sentirci “felici” perché nel riconoscerci poca roba davanti a Dio, in Lui, abbiamo trovato la via per avere tutto, tutto quanto basta per vivere in pienezza.

Viviamo non per confidare negli uomini che escludono Dio, ma per credere in Dio che salva tutti gli uomini e dà vita, in ogni circostanza!


#beatitudini #ascolto #libertà

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