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LA TUA PRESENZA È UNA FESTA - II Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Gesù, il figlio su cui il Padre ha “posto il suo compiacimento”, è Colui che sa entrare e vivere in maniera adeguata tutte le situazioni della vita: dal corteo funebre dell’unico figlio di una donna vedova, alla gioia della festa di nozze a Cana. Non c’è situazione in cui il Signore non possa entrare e prendere dimora, non c’è situazione che non possa essere vissuta nella fede… O è Dio di entrambe le situazioni o non è Dio!

Nel procedere della vita, come ben sappiamo, aspetti negativi possono intromettersi in situazioni totalmente positive e viceversa. Come è accaduto a Cana nel momento in cui il vino è venuto a mancare. Ma questa pericope evangelica sta a testimoniare che anche nelle situazioni più compromesse e disparate Dio può ancora! Se tra gli invitati al banchetto della vita c’è Gesù, può esserci anche un colpo di scena, un nuovo inizio! Quello che i profeti avevano intuito, come abbiamo sentito oggi per bocca di Isaia riguardo ad una Gerusalemme prostrata, in ginocchio: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo” (Is 62,4). Un nuovo inizio… Che se nel battesimo di Gesù è stata la voce del Padre a manifestare, a Cana è la voce della madre ad inaugurare, proprio chiedendo al figlio di agire e manifestarsi! Oggi alla mensa del Signore, attorno al Suo altare, viene servita anche a noi la gioia per un nuovo inizio. E a farci trepidare è prima di tutto il fatto che Lui si faccia trovare alla nostra tavola, e che sponsorizzi, accompagni e benedica l’amore umano… tanto da farne la location, lo scenario, del suo primo segno. Non viene assicurato che anche a noi tocchi di gustare il ritorno del vino più buono, però è come se il testo ci dicesse che a chi invita Gesù “nei suoi affari”, amori, e questioni, gioie e dolori… sempre viene promesso ed è riservato un sapore nuovo, un rinnovamento della fede, che è la possibilità di ogni gioia! Viene assicurato lo Spirito Santo, che è lo ‘spirito’ che salva e fa ogni festa!

Quei due sposi anonimi non avevano più vino. Esperienza che tutti abbiamo vissuto in un modo o in un altro: quando non riusciamo più ad affrontare la vita con entusiasmo, non riusciamo più a fare quello che abbiamo sempre fatto, non riusciamo a pregare, quando siamo vittime delle nostre paure, quando siamo schiacciati dai dubbi, quando siamo traditi e gli amori hanno finito la gioia, quando la casa rimane senza festa per la perdita di qualche caro, la fede senza intimità… E gli occhi della madre te lo leggono in faccia! Maria, la Madre, viene in nostro soccorso, con la saggezza di una vita riuscita, nonostante i problemi: “qualunque cosa vi dica, fatela!”. Qualunque cosa ti stia capitando puoi ancora fare qualcosa, allora fallo (!) fosse anche solo mettere la tua acqua.

Non mortificare il dono di Dio che è in te, per vivere nella meravigliosa giostra dei carismi che non sono dati per pavoneggiarci ma per edificare la comunità, per farci muovere nella grazia del Padre e attestare che Lui è vivo in noi!

Fosse anche solo acqua… Lui ha fatto alleanza con te e ti darà il suo vino, è socio in affari in questo ‘mestiere del vivere’ e la sua quota l’ha tutta ceduta a te! Anche quando non è facile… Maria ha dovuto mettere il suo impegno in quella frase tutta da interpretarsi: “donna che vuoi da me? Che c’è fra me e te?”…

Come sappiamo un tempo la punteggiatura veniva omessa, non era curata come oggi… e ci piace pensare che Gesù anziché mettere il punto interrogativo, abbia messo in quella frase, quello esclamativo, a rileggersi: “c’è molto tra il mio mistero e quello tuo o madre, un mistero profondo quanto gli occhi e la volontà di Dio”. Oppure era proprio interrogativa quella espressione, a dirci che talvolta dobbiamo passare dall’apparente scontro per incontrarci, dal contraddittorio per chiarirci e fare verità… e la verità fa male!

Maria, quale donna fedele, prima tra le discepole, ci ha insegnato a non avere paura della verità, a non avere paura ad obbedire e accogliere la Parola anche dura, altrimenti quella gioia resta bloccata! Fino a quando non si consegnano ‘a fondo perduto’, le giara della nostra vita, dando tutto quello che si può anche il beneficio del dubbio, per poter restare adeguati e compiacere il Signore sia nella visita dell’angelo che sotto la Croce, a Nazareth come a Gerusalemme.

L’amore non è mai un generico amore, è sempre un amore situato, ben preciso che sa riconoscere quello di cui c’è bisogno in una data occasione e dona tutto quello che può per rispondervi. L’ora di Cana richiama in questo senso, l’Ora della Pasqua, quando ci verrà dato il vino più buono di tutti; così “le ore” in cui il Signore visita la nostra storia ci permettano di gustare la vita in ogni suo aspetto.

Allora non mi interessa se basterà il vino, so che tu Signore provvederai, a partire dall’acqua, e non mi importa neppure quando, perché so che la Tua ora viene, a me importa vivere quest’ora perché anche se non so ancora bene come, so bene Chi farà tutto questo e questo mi basta perché la festa possa continuare!


#acqua #vino #festa

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