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THE BORN IDENTITY - Battesimo del Signore (Anno C)

La prima lettura ci ha invitati ad alzare la voce a gridare, non per rivendicare qualche presunto diritto, non per litigare, non per sopraffare qualcuno, ma per dire la vitalità della nostra fede in un Signore che viene a salvarci. Per questo insieme innalziamo con tutta la voce il grido del guerriero della fede: ALLELUIA: DIO SALVA, ancora oggi!

La festa del Battesimo che fa da ‘spartiacque’ tra il tempo di Natale e quello ordinario segna un passaggio anche nella vita di Gesù: chiude la vita di apprendistato nella bottega di Nazareth e apre il tempo del ministero pubblico.

La tradizione ha localizzato l’episodio raccontatoci nel Vangelo, nel luogo dove il popolo di Israele guidato da Giosuè ha attraversato il fiume ed è entrato nella terra Promessa; ma quando si visita la Terra Santa e si arriva al cospetto del Giordano si resta profondamente delusi: un luogo piccolo e anonimo dalle acque che a differenza di alcune rappresentazioni pittoriche famose, sono tutt’altro che cristalline e trasparenti, quanto piuttosto fangose, come la materia del primo uomo…

E Cristo si è immerso proprio in queste acque che ha sentito “di famiglia” attestando una volta per tutte quanto afferma la Lettera agli Ebrei “Egli non si vergogna di chiamarci fratelli”. Non prova disagio nelle fila di quei peccatori che è venuto a salvare proprio con la condivisione, la prossimità, la relazione… portando un nuovo battesimo, è Lui infatti l’ “uomo più forte”, di cui parlava il Battista, che battezzerà non solo con l’acqua ma con il fuoco, un fuoco capace di trasformare dentro, che porterà parole e carne e non parole soltanto, la vita stessa versata fino alla fine…

E presso il Giordano troviamo che la folla era in-attesa… E ieri quanto oggi quante attese deluse da parte dei figli di Adamo, questi “terrosi” che vanno ‘squamando’ fango in quelle acque limacciose… E questo luogo anonimo diventerà luogo di identità, luogo in cui l’attesa verrà colmata, si udrà una voce più forte delle nostre grida di gioia o di dolore, e l’argilla sarà purificata. Gesù sta pregando e come ogni preghiera ha il potere di aprire il cielo, troviamo qui la manifestazione del Padre e dello Spirito che come una colomba “cova su di Lui”, trova in Lui “il suo nido”.

Ed ecco che comprendiamo che quel battesimo che sentiamo così strano in Gesù, è forse più per noi che per lui… Il Battista è come se ricapitolasse tutta la sua vita in quel dito che indica il Messia, l'Agnello senza macchia, che viene a portare la salvezza, a filtrare e depurare quelle acque o meglio quella umanità così fragile. Cari fratelli e sorelle noi siamo quello che attendiamo, quello che additiamo, quello indichiamo e le indicazioni che cerchiamo. Quella manifestazione di Padre, Figlio e Spirito Santo possono diventare allora la nostra risposta, la nostra Terra Promessa, la nostra identità, la nostra eredità. Quello Spirito diventa il sigillo della Paternità di Dio. Quel “questi è mio figlio, l’amato”, anche se detto in modo del tutto singolare per Gesù, diventa il certificato di adozione per tutti noi. Isaia al capitolo 49 e il salmo 27,10 ce lo ricorderanno a loro modo “se anche tuo padre e tua madre si dimenticassero e ti abbandonassero, io sarò con te e ti raccoglierò, non ti dimenticherò mai”… Noi sappiamo dell’amore quanto siamo amati. Solo se ci scopriremo in questo amore saremo capaci di amare. Non

comprendere che quello descrittoci oggi è in qualche modo il nostro albero genealogico è spesso fonte di dolore infinito… Il popolo al Giordano era in attesa. Se non stiamo chiedendo nulla al cielo, anche se si aprisse di nuovo potremmo rischiare di non vederlo; se nel deserto non abbiamo preparato la strada come il Battista, se abbiamo lasciato tutto nell’indeterminazione delle dune…

Non era iniziato così il tempo d’Avvento?: “preparate la via”! Noi siamo dei ‘battezzati’, degli “immersi” nelle realtà che prepariamo, che coltiviamo, che scegliamo di vivere… nella porzione di luce o di tenebra.

L’esperienza del Battesimo è memoria del fatto che potevamo rimanere schiacciati e soffocati sotto il buio fitto del peccato, e invece per noi si sono aperti spazi di cielo, orizzonti nuovi e altre possibilità… L’acqua non rimane più il pericoloso e imprevedibile mare che sommerge con i suoi flutti, ma quell’acqua diventa quella del grembo materno che genera e custodisce. Colui che ha vinto la morte rende anche noi capaci di vincere insieme alla morte anche tutte le paure di morte che attraversano la nostra vita. Per questo la liturgia si è aperta con quell’accorato invito: “Consolate, consolate… consolate il popolo”. Dio è venuto nel modo perché “ il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata”… e soprattutto ha fatto tutto questo “non per merito di nostre opere buone e giuste ma perché Lui è buono e giusto”. Lui è misericordia!

Allora ascoltiamo la voce del Figlio amato in cui il Padre si è compiaciuto ed ha gioito, trovando il Nuovo e vero Adamo… Perché possa compiacersi anche della nostra carne… innestati nella vita del Figlio si dischiude per noi la possibilità di una vita da Dio!


#battesimo #fuoco #Spirito #Figlio

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