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NON URLARE, MA GRIDA PIÙ FORTE - XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Avrei voluto iniziare la celebrazione gridando, emettendo un forte grido… Ve lo risparmio… (forse!). Alla fine ho pensato sarebbe suonato fuori luogo… Ma è più o meno quello che si sono trovati a vivere i protagonisti della pagina del Vangelo.

Il mendicante cieco Bartimeo, non ce la fa più a tenere dentro, è stufo di essere rassegnato a raccogliere le briciole della vita di altri. La figura di Gesù e il suo passaggio gli offrono come un varco di speranza, che gli apre la bocca: forse c’è Qualcuno che è in grado di raccogliere quella voce, c’è qualcuno che finalmente ascolterà, il grido può ora venire in superficie con tutti i suoi “ultrasuoni”: cioè quei vissuti inespressi e repressi, rabbie, paure, ingiustizie, silenzi di quando non hai parole per spiegare… che fanno sintesi del vissuto tra il grido del bimbo che nasce, e la voce dell’uomo che muore…

“Cosa vuoi che io faccia per te?”. Un Dio che viene per servire e non per essere servito, che ti chiede di esprimere cosa ti sta a cuore, perché ama questo tuo cuore. La Scrittura ci dice che i poveri, “ci passeranno davanti” perché sono questo: “voce di chi grida nel deserto”; non hanno problemi a manifestare i propri gemiti e a liberare improvvise ed eccessive invocazioni di aiuto… e questo perché non hanno nulla da difendere… nulla da perdere, non devono salvare la faccia, la reputazione, l’immagine, tutte cose che spesso ci fregano! Fratelli e sorelle è in questa immagine che viene spiegata l’essenza del voto di povertà che tutti in qualche modo siamo chiamati a vivere: uno pensa sia solamente non avere denaro e cose… in realtà il cuore del voto di povertà è proprio questo grido: gridare al mondo intero che sono povero, mendicante e cieco, e che non ho nulla senza Gesù e i fratelli… che ho bisogno di un Salvatore. E se venisse rivolta a me oggi questa domanda: “Cosa vuoi che io TI faccia?”… Essere credenti non è un generico “stare”, ma rimanere in “un preciso stare”: dobbiamo cioè sapere quello che desideriamo, che vogliamo, che chiediamo…. Il grido talvolta rimane un generico urlo carico di disperazione, forse più vicino all’imprecazione che all’invocazione; invece in Bartimeo troviamo un grido particolare, questo mendicante fa bene quello che sa fare e chiede: “Gesù, figlio di Davide, (cioè gli riconosce la divinità regale) abbi pietà di me”. Non è solo richiesta di perdono, come nel nostro atto penitenziale, è molto di più: è invocare il grembo di una madre capace di generare vita, è chiedere di essere in qualche modo “partoriti di nuovo”… Vita nuova, nuovo inizio, è questa la misericordia! E la forte invocazione di Bartimeo spinge la vocazione di Gesù, che manderà da lui i discepoli: "Coraggio! Àlzati, ti chiama!” (10,49). In questa immagine possiamo trovare il compito specifico della Chiesa, chiamata a donare ad ogni uomo una parola di speranza e di fiducia. Non appena Bartimeo si sente raggiunto da queste parole, è già in grado di vedere un po’ di più: vede una possibilità aprirsi davanti, un nuovo cammino da percorrere… Una parola che fa rivivere a questo povero mendicante l’esperienza del popolo di Israele pregata nel salmo “ci sembrava di sognare!”. Non gli sembra vero. La dichiarazione d’affetto di Gesù, gli toglie l’invalidità, è il vero reddito di cittadinanza che lo integra nella vita… e allora forse si scopre che non gli mancava tanto la vista quanto gli mancava Cristo…

Quante volte ci concentriamo su ciò che ci manca, ci affanniamo per le cose che più contano: e allora accogliamo più o meno consciamente l’invito di chi ci chiede di smettere di gridare a Dio: e magari smetto di pregare, di leggere la Parola, di andare in chiesa, di credere nella comunità, perché ho mille cose importantissime e concrete a cui badare…. Tutto sacrosanto !! Ma ricordati di Bartimeo: non gli mancava tanto la vista quanto Cristo! E’ Lui la prima cosa da cercare, non smettere mai di gridare a Lui, e come Bartimeo, grida più forte (!) se davvero vuoi bene alla tua famiglia, ai tuoi figli, al tuo lavoro

Quest’uomo “balza in piedi”, perché essere ascoltati e confortati solleva non solo l’animo, ma rialza vite, “getta via il mantello”, l’unica sicurezza che aveva, a ricordarci che spesso solo quando rischiamo, quando buttiamo via le nostre false sicurezze possiamo ricominciare a vivere! E così Bartimeo diventa simbolo dei crocifissi della terra che seguiranno Gesù sulla strada verso Gerusalemme, dove Gesù sulla croce emetterà il più forte grido che avrà la forza di raccogliere e redimere tutte le grida di sempre, anche le tue.


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