I FIGLI DEL TUONO LA SPARANO GROSSA - XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Chi ha avuto la possibilità di vivere la liturgia durante questa settimana, avrà notato come il Signore ha istruito con parole e segni sull’importanza dell’interiorità rispetto all’illusione dell’esteriorità, di come abbia puntato all’interno anziché all’esterno, al cuore rispetto all’apparenza, alla verità e alla sostanza rispetto alla facciata… per non essere come i sepolcri imbiancati, bianchi fuori e marci dentro, o come i bicchieri puliti all’esterno ma sporchi dentro… e nonostante tutto questo oggi i discepoli, che godono da tempo della sua presenza e Parola, nella persona di due amici e compagni speciali Giacomo e Giovanni, soprannominati per la loro forza “figli del tuono”, la sparano grossa… e “tuonano” sul tema del potere, tema che per alcuni evangelisti è l’alto nome del demonio. Ma il Vangelo non censura nessuno degli aspetti della mentalità umana…
I discepoli sembra non abbiano capito niente del maestro: chiedono i primi posti, sono interessati a chi avrebbe preso il comando dopo la dipartita del Signore; Lui parlava del “servire” e loro “si vogliono servire di Lui” per raggiungere l’obiettivo prefissato…
Sembra sia radicata in noi la corsa ai primi posti, anziché semplicemente al posto che ci permetta di stare in Sua presenza… l’affanno ad essere alla destra o alla sinistra del Signore, piuttosto che l’essere dei suoi.
Il Signore li apostrofa “non sapete neppure quello che state domandando!”.
E’ da quel giorno a perenne memoria sentiamo un’eco che disturba quel … “ma tra voi non sia così”. L’essere primi, ce lo insegnano la politica, la società, il lavoro, la scuola persino i bambini… ma… “tra voi non sia così!” .
Quante volte chiediamo per noi stessi, ciò che ci fa male! Tant’è che nella preghiera madre di tutte le preghiere, che è il Padre nostro, articoliamo quel “sia fatta la tua volontà” che spesso sembra essere al contrario: esaudisci i miei desideri, più che le tue promesse… (per utilizzare un’espressione del teologo Bonoheffer). Ma é questa gente sicura, forse troppo sicura: “noi lo possiamo!”, Noi possiamo bere il tuo stesso calice! Loro chiedono di stare “alla destra e alla sinistra”, e Gesù, fino alla fine porterà avanti il suo messaggio “rovesciato”, da Dio capovolto qual è, tant’è che quando morirà alla sua destra e sinistra ci saranno due ladroni, chi non ha merito, e ne è consapevole(!)…. Non i migliori ma i peggiori…
Ma Gesù non critica il desiderio di Giacomo e Giovanni, che lo hanno fatto quasi come due bambini che hanno chiesto il loro regalo di natale o di compleanno, anzi lo ritiene così buono da insegnare loro il modo per ottenerlo, per “essere i primi” e “diventare grandi”. Hanno ragione: siamo fatti per cose grandi, non dobbiamo accontentarci o impantanarci in quelle basse o sporche o rozze o volgari o infime possibilità della vita, perché Siamo figli di RE.
Ritenere invece che il Figlio di Dio ci voglia ultimi spesso viene frainteso e purtroppo diventa dimenticanza della sua regalità, della sua grandezza… dimentichiamo che Lui è il Signore, e lo esprime nel fatto di sentirsi “a posto” perfino col grembiule, lavando i piedi. Nel momento cruciale, alla destra e alla sinistra si troverà due ladroni, forse a recuperare la figura del ladrone Giuda a cui aveva proprio lavato i piedi e consegnato la sua scodella di cibo, ma
inutilmente… Anche oggi il Signore ci invita ad una mensa, e continua a servire! Non rendiamo inutile tutto questo!
Oggi il Signore ci ricorda qual è il posto che lui sta andando a occupare… la nostra umanità: quel “prendere parte alle nostre debolezze” (Eb 4,15), e divenire il “sommo sacerdote” che l’umanità attendeva. Proprio per questo ha accettato di essere “messo alla prova in ogni cosa come noi” (4,15), per conoscere dal di dentro l’umanità e amarla fino in fondo: questo è essere primi! Non fare solo parole ma diventare “un fatto”, Parola “fatta” carne… questa è la consolazione e la speranza per noi. Questa è la salvezza degli ultimi posti che diventano i primi.