UN RICCO POVERO DI IDENTITÀ - XXVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
C’è qualcuno che amerebbe essere felice e ricco!? Per alzata di mano
Facciamo gesti profetici che il Signore vede ed esaudisce…
La liturgia di oggi, in barba ad ogni legge economica o di mercato, oltre ad ogni spread e andamento della borsa ci presenta una via per diventare veramente ricchi… e ci presenta la Sapienza, intesa come la presenza del Signore in noi, il suo Spirito in noi, questo l’investimento più grande ed importante perché “Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile”… Questa è Parola di Dio, sua Promessa!
Nel Vangelo si argomenta il tema attraverso l’incontro con un uomo rappresentante della classe alta di Israele, un tale ricco, che però non è completo… nonostante ci venga descritto come un testimonial Rocchetta: bello dentro e fuori, “ricco dentro e fuori”. Questi pone una domanda grande ed importante, dà voce al desiderio di vita che ognuno ha in sé, e nello stesso tempo dà voce al senso di vuoto che ci abita…. chiede di vivere la stessa vita di Gesù, la vita dell’Eterno, vita eterna….
“Maestro buono cosa devo fare?”… Gesù risponde: per prima cosa non metterti nelle mani di falsi maestri se non hai capito che Solo Dio è buono, che solo Dio è maestro, e il sottinteso è: se in me, Gesù, hai capito che c’è tutto questo, seguimi nella povertà, cioè seguimi e basta, non ti serve altro.
Allora Gesù fissò lo sguardo su questo tale che seppur ricco non ha neppure il nome, povero di identità e…guardandolo dentro lo amò! Gesù non si sofferma sulla sua integrità “fin dalla giovinezza”, perché si può seguire la legge, come si può seguire un padre o una persona, per avere in cambio l’eredità e non per amore! E’ un momento cruciale, di possibile svolta per questo tale, che corre il rischio di restare onesto ma incompleto, osservante ma triste.. Ecco perché papa Francesco accosta sempre santità e gioia…! Se vissuto solo come regole da seguire, il cristianesimo è il più triste dei regimi, se vissuto come relazione è la più affascinante storia d’amore.
E allora solo dopo quello sguardo quel tale ha la possibilità di diventare veramente ricco, perché a fare grande una persona è l’amore che riceve e dona, è uno sguardo amico: questo il movimento, il bonifico più grande dalll’iban più piccolo, solo quattro lettere: GESU’ per bonificare il cuore.
Ciò che dà la possibilità di dare seguito a questo desiderio di grandezza non è un cristianesimo impostato su obblighi e doveri, e neppure “il nostro sforzo pelagiano” di voler amare Gesù, di sudare col nostro impegno meriti per farci spazio nel regno di Dio. Finché rimaniamo in questa prospettiva, prima o poi incontreremo una ricchezza che non avremo la forza di lasciare. Il problema della vita piena e felice non lo si risolve con “qualcosa da fare” in cambio… La nostra parte va fatta certo e al meglio (!) ma la Scrittura ci fa capire che solo quando ci accorgeremo di essere nella traiettoria di Gesù, sotto il suo sguardo, ecco che in forza della Sua forza, del Suo amore, potremo scegliere di cambiare, tranquilli di essere quello che siamo, liberi e desiderosi di seguirlo, perché Lui oggi ha “la presunzione” di dirci che è la risposta alla domanda di vita… Lui con il suo essere sempre un po’ controcorrente….
Questo il senso di quelle “persecuzioni” da mettersi in conto nella descrizione della sequela. Il termine significa proprio “essere sui confini”, ai bordi del pensiero comune del mondo, non perché extraterrestri, ma perché con il coraggio di seguire una priorità scomoda e fastidiosa che condanna la superficialità, ogni forma di violenza e invoca verità: “Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,13)… Ecco cosa vedono gli occhi di Gesù in quel tale ricco: allora forse la cosa più importante non è tanto interrogarci su ricchezza e povertà (Mc 10,23), quanto avere il coraggio di stare alla sua presenza, con le ‘nostre ricchezze’, sotto uno sguardo che ci mette a nudo, e ci aiuta a prendere coscienza di chi siamo e delle nostre povertà, che spesso sono il motivo che ci spinge a cerare compulsivamente ricchezze, cose su cose, e persone (!) per “coprirci”, per mettere a tacere i vuoti di cui siamo pieni.
Fatto questo percorso “Vendi e dai ai poveri”… è un dire: ricordati che sarai felice se farai felice qualcuno!” Non disporre solo per te e non porre la tua gioia nell'accumulo, tanto di là non ti porti niente, ma impara a condividere, così saranno tutti un po’ più ricchi.