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SF-AMARE! - XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Per i più, il mese di agosto segna un periodo di riposo e di vacanza,… e il Signore oggi, quasi come in un assolo stonato e contro-tempo dice: “datevi da fare!”… rimboccatevi le maniche! E le ferie?!?! Ma non si tratta qui del solito lavoro, di un lavoro per guadagnare o accrescere il patrimonio: “datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”. Quante volte il nostro fare e pensare invece, ignora completamente che c’è una vita eterna, e un po’ come quel contadino della parabola, che lavorava avendo come obiettivo quello di accumulare, accrescere, ingrandire i granai, ci dimentichiamo che prima o dopo c’è un momento nel quale bisogna restituire la vita a sorella morte. Signore sappiamo così poco della Vita Eterna, ma intuiamo che qui è racchiusa la più grande delle tue promesse che ci può liberare dalle paure, dagli idoli, da stress inutili e da pesanti schiavitù. E allora… “Diamoci da fare su questo fronte!”. E’ tempo di lavorare per il tesoro del cielo! San Paolo fa suo questo appello del Signore e nella lettera agli Efesini, appena ascoltata, riporta: “Vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri” (Ef 4,17). Chi ha incontrato Cristo è nuova creatura, chiamata a “rivestire l’uomo nuovo”… chiamato a passare dallo stato di pagano a quello di credente, mettendo al centro e come priorità Gesù.

Un Gesù che non si lascia sedurre dalle acclamazioni della folla: “Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, (e cioè non perché vi siete aperti all’oltre, al trascendente, alla relazione con il Padre mio), ma perché avete ”… la pancia piena! … E ci viene in mente un’altra parabola di Gesù, quella del figliol prodigo, come se Gesù ci volesse dire: “siete ritornati da me, come quel figlio, non perché veramente pentiti o toccati dal vuoto e male che porta con sé la superficialità, il peccato, la distanza e l’assenza, ma per la semplice fame”…. per un tornaconto personalissimo, semplicemente per un bisogno! Se uno facesse così con noi, noi indignati diremmo “mi stai usando!” mi stai “sfruttando”… Ecco si può cercare Gesù perché DA’ IL PANE GRATIS e perché moltiplica e fa miracoli, oppure semplicemente perché si è compreso che E’ LUI IL PANE CHE DONA GRAZIA. Dio non dà cose, ma dà se stesso! E chiedono a Gesù: “che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?” E Gesù che ha sfamato la folla, risponde risvegliando ora un’altra fame, per un pane diverso: “perché non di solo pane vive l’uomo”! E con forza dichiara che è impossibile saziare la fame interiore, la fame di cielo con il semplice pane della terra….

Se in Gesù, Dio si è fatto cibo, allora anche noi per compiere le opere di Dio, dobbiamo imparare a sfamare e nutrire… ma non con dei surrogati, che spesso riempiono il buco allo stomaco ma non arrivano al cuore e non portano da nessuna parte, ma portando a Gesù. Ogni segno seppur grande e buono, utile ed importante, è per parlarci dell’oltre di Dio, da cui tutto proviene e a cui tutto ritorna!

Come ci ricorda il padre Nostro; si compie l’azione di Dio e viene il suo Regno, se mettiamo ogni-giorno nelle Sue mani, in relazione con Lui, altrimenti il rischio è quello della manna, destinata ad ammuffire… giorni avariati e sprecati.

E se anche tu senti i morsi di questa fame, la rabbia per lo spreco, se stai impiegando energie per questa ricerca di senso, poniti dinanzi alle cose della vita, la domanda del popolo d’Israele dinanzi alla manna: “che cos’è questo”? … per non dare nulla per scontato! Israele aveva visto, e aveva avuto cose straordinarie: la potenza di Dio sull’esercito egizio, la colonna di fuoco e nubi che lo scortava, le 10 piaghe, un cibo nuovo, la manna, creato apposta per loro,… insomma segni e prodigi e poi, come si dimenticasse tutto, si aprì alla mormorazione e all’incredulità, dedicandosi alla superficialità. Che l’uomo si riduca ad essere solo il proprio appetito è un po’ riduttivo per l’opera “molto buona” delle mani di Dio! Che l’uomo sia credente solo dopo aver mangiato, è un po’ infantile, no? E oggi anche noi come quella folla continuiamo a chiederci “cosa dobbiamo fare?”… La risposta la dà Gesù: CREDETE! Credere per imparare a prendere il largo! Capaci di lasciare inutili ragionamenti, inutili mormorazioni e preoccupazioni, con il coraggio di passare all’altra riva… Se oggi vi siete sentiti un po’ trasportati all’altra riva, siate traghettatori a vostra volta perché c’è un mondo intero che ha fame e in Cristo c’è il pane per “sf-amare” e amare!


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