NOME DI SALVEZZA - IV Domenica di Pasqua (Anno B)
“In nessun altro c’è salvezza” (At 4,12)
E’ la solenne proclamazione di Pietro, che non lascia spazio ad altri “salvatori”… Eppure viene da chiederci: se è così, perché ieri come oggi, questo Gesù continua ad essere ignorato, bistrattato, scartato come un materiale scadente? Se tu dovessi costruire la tua casa, quale materiale useresti? Alla luce dei tristi episodi di mala-edilizia che di tanto in tanto sentiamo, comprendiamo quanto siano importanti i materiali buoni, resistenti, e quanto non valga la pena risparmiare il più possibile se poi si perde la vita... fare i pidocchiosi per poi perdersi il gusto dello stare in quell’abitazione, per paura che crolli, che non regga al primo temporale.
Bene, trasportiamo tutto questo alla vita di tutti i giorni, alle nostre relazioni e alla nostra vita spirituale… Cristo è la pietra d’angolo, è la roccia che regge, eppure la nostra libertà troppo spesso decide di essere l’ingegnere superficiale che fa degli errori di valutazione, il costruttore incapace che fa dei tagli inopportuni, l’investitore che specula sul materiale importante e si rovina con le sue stesse mani, perché quella costruzione instabile e fragile che sta tirando su è la sua stessa casa, la casa che andrà ai suoi figli….
Gesù stesso si mette a costruire come il pastore buono fa con il gregge e il suo recinto. E non come l’operaio-mercenario che lo fa per soldi, ma come l’operaio-pastore che “dà la propria vita per le [sue] pecore" (10,11).
Al mercenario non interessano le pecore ma solo il compenso.
Che brutto se uno mi dicesse “ti amo” per soldi, perché devo, per lavoro…
Dobbiamo ammettere che tutte le nostre strutture più importanti, anche quelle religiose, sono di fondo viziate dalla logica della retribuzione, dal: te lo devi meritare… E quindi, a cascata: fatti furbo e cerca i tuoi interessi perché tanto non c’è nessuno che sia disposto a fare niente per te, nessuno che ti ami sinceramente se non gli dai in cambio qualcosa… Se non sei perfetto ed impeccabile... ed infatti il mondo se sbagli non ti perdonerà niente!
L’amore umano spesso è in questa logica del lupo e del mercenario: è palese quando sentiamo parlare di femminicidio, di ricatti psicologici in amore che diventa amore malato capace di sfregiare, bruciare, uccidere… l’amore mercenario lo vediamo sulle nostre strade, e non solo più di notte, e ancora in logiche molto più feriali… Quando ci vendiamo pur di conquistare un po’ di attenzione, apprezzamento, quando facciamo carte false per avere un posticino che ci faccia essere un po “più” dell’altro.
Il mercenario finge di metterci il cuore, deve camuffare il suo interesse. Il pastore invece fa conoscere la sua voce, si fa conoscere per quello che é: dice quello che è e fa quello che dice.
L’amore mercenario è instabile per sua natura, è pronto ad andarsene quando trova una paga migliore, e quando il nemico sembra troppo minaccioso e il prezzo da pagare troppo alto, scappa!… Il pastore invece pensa che quando il gioco si fa duro… deve giocarsi tutto per tutto!
Non si mette come primo criterio il denaro, ma la vita buona… Infatti il pastore dà la vita e poi la riprende.
E cioè ci dona la vita e poi la difende e mantiene come fa una mamma con il figlio… perché siamo suoi e ci ama, e non vuole che nessuno si perda!
Tu sei Suo e prezioso ai Suoi occhi: questa è la vocazione di tutti… E’ vero, ci sono le prove, le tentazioni, le fatiche che sono come lupi, sì, ma non vinceranno!!! Voi avrete la Vita, Vita Eterna; e cioè attraverso me avrete in voi la vita dell’Eterno!!
E a questo punto chiediamo al Buon Pastore di farci diventare sempre più pecore del suo gregge, in quel recinto aperto, che non prevede un biglietto di ingresso da pagare per la salvezza.
Se davvero fissiamo lo sguardo in Lui e lo vediamo - ci diceva la lettura - noi saremo simili a Lui: allora ecco arrivare anche il cambiamento in noi, ecco la conversione… che ci fa interrogare se forse è arrivato il momento di “pascere qualcuno”, di “prendere sulle spalle” le nostre responsabilità e quindi i legami e le relazioni che abbiamo tra le mani… e ritornare ad amare brucando l’erba fresca nel recinto del Pastore, recinto che è il mondo intero, perché tutto è Suo e noi siamo di Dio.