VUOI MOLTIPLICARE X 100? - III Tempo Ordinario (Anno B)
Se la liturgia ci ha abituati all’immagine del Signore come buon pastore, forse un po’ meno a quella dell’agricoltore vignaiolo e ancor meno all’immagine che ci suggerisce oggi: quella del pescatore. Gesù che mentre passa lungo il mare chiama - “pesca” i primi discepoli che, si dice, “stanno gettando le reti”, dunque presumibilmente siamo di sera quando si inizia a pescare; e la seconda chiamata, quando stanno sistemando le reti, solitamente a fine lavoro, al mattino. Insomma un Gesù Gesù che fa l’after, non si allontana dal mare tutta notte e ha continuato a pescare… uomini! Questo è il suo party, la sua gioia, il suo “sabato sera”… fa le ore piccole per cercare e fare discepoli, e liberare vite.
E se al suo semplice passaggio sulla spiaggia, dalla riva, vede chi ha gettato le reti, vuol dire che probabilmente non si tratta proprio di una pesca al largo, ma una pesca potremmo dire “abbastanza comoda e di superficie”; e la seconda coppia di discepoli sta rammendando reti strappate, come chi non ha il coraggio di buttar via ciò che è logoro, consumato e non funziona più. Forse che il Signore ci voglia liberare da una pesca di superficie e da una pesca nel vecchio, in una vecchia logica, una vecchia modalità di essere, di trattare le persone, di vivere la fede… un qualcosa che ci ostiniamo a conservare forse “per tradizione” ma che non porta frutto…
E ci viene detto che c’è un tempo “pieno”, “compiuto” non perché cronologicamente si avvicina chissà quale data come secondo i Maya, o certi calcoli esoterici, ma c’è un tempo nuovo perché abitato da una presenza nuova. A fare la differenza è proprio Gesù stesso… quel “pesce” (ICHTHUS: Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore) che ti pesca e ti chiede di pescare.
E le due “esche” che ci vengono consegnate per una buona pesca nella vita sono questi due verbi: “convertitevi e credete”…
La conversione allude ad un cambiamento… non la solita pesca! … Sapete la biologia ci dice che più o meno in 6/8 anni le nostre cellule cambiano interamente ed eppure noi siamo sempre uguali… sempre gli stessi musi, le stesse dinamiche, gli stessi vizi, gli stessi peccati… Gesù ci conosce bene e nonostante tutto o forse proprio per questo ci dice “Seguitemi, venite dietro a me”. Non si dilunga in motivazioni, perché il motivo è “semplicemente” Lui. Quando c’è Lui c’è tutto! Vi farò pescatori di uomini: cioè aiutatemi a tirare fuori l’umanità dalle acque dell’oscurità, della schiavitù, del non senso … Liberate dalle acque della falsità, della vita di menzogna, della vita di facciata e di superficialità… C’è un tempo nuovo, pieno. Ma…ci chiediamo: esiste un tempo che non sia di “passaggio”? No! E’ vero, ma esiste il passaggio di un uomo che si fa compagno di viaggio e cammina accanto. Non a caso un significato di “Pasqua” é proprio “passaggio”, e ci insegna l’arte della vita consegnandoci il comandamento dell’amore, e amare… è spargere eternità!
La vita nuova che propone il Cristo non annulla nessuna delle fatiche e variabili della vita; tuttavia relativizza ogni cosa collocandola al suo giusto posto, ricapitolando tutto alla luce dell’eternità della pasqua.
Ti seguiamo Signore perché siamo così interessati ad un umano che possa finalmente funzionare, ad un umano che possa parlare anche d’altro rispetto ai soliti 4 argomenti…
E oggi quel mare è questa parrocchia, è questa comunità. E la strada che mi separa da casa, diventa quel cammino dove potermi convertire e davvero credere cioè vivere ad un’altra profondità.
La forte provocazione è quella che abbiamo sentito nella seconda lettura che da una parte suona terribile alle nostre orecchie: vivi “come se non” … Uno ci mette tanto a trovare la persona della vita, a costruirsi una famiglia e l’esortazione ci dice “vivi come se non l’avessi”?!?!? Quale la giusta chiave di lettura? Vi ricorderete tutti san Paolo che in una sua lettera dirà “Considero tutto ciò che è all’infuori di Cristo, come spazzatura"… Non è un po’ irrispettoso ed irriverente? Parole che ci vogliono provocare e ricordare che: “passa la scena di questo mondo” e non per far calare il sipario della tristezza e dello sconforto, ma per ricordarci che resterà solo l’amore, solo quanto ho amato e mi sono lasciato amare… il nostro Dio è così! E come accaduto ad Abramo, a Giobbe, ai discepoli, tutto quello che sembrava ad essi tolto o chiesto come rinuncia lo hanno riavuto e moltiplicato del 100. Vuoi moltiplicare x cento !?!? Non è il solito inganno del periodo elettorale… è la Parola di Dio… Vuoi moltiplicare per 100 ?!? = Convertiti e credi al Vangelo…!