LA FINE VALE PIÙ DI OGNI PRINCIPIO - BATTESIMO DEL SIGNORE (Anno B)
Se il nuovo anno ci ha già spaventati con il carovita che ci è venuto incontro con una lunga lista di aumenti… il Signore si fa prossimo ricordandoci che c’è un luogo, almeno uno (!) dove è possibile “comprare senza denaro, senza pagare, vino e latte”… perché c’è un ascolto che sazia, che vale almeno quanto come il pane… diventando il condimento di senso di tutto il resto. L’ascolto di una Parola pronunciata proprio per realizzarsi, per sfamare, per consolare, per guarire, e non per fare promesse e poi deluderci! Parola infatti che “non ritornerà (al Padre) senza effetto”… attraverso un percorso magari del tutto impensato e reputato fragile, improbabile o persino impossibile (!) Ma “le Sue vie sovrastano le nostre vie, i Suoi pensieri i nostri pensieri”… e noi vogliamo fidarci di questo Dio! In questi primi giorni del nuovo anno non siamo chiamati solo a rinnovare una cifra sul calendario, non è un 18 a salvare il 17, quanto chiamati a rinnovare speranza e fede, chiamati a rinnovare noi stessi soprattutto in quelle zone dell’uomo vecchio… perché “Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo” - e la Parola continuava - “e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”. Fratelli la fede ci rigenera, ci fa nascere di nuovo e dall’alto! E in Cristo siamo rinati di nuovo e già vincitori anche se abbiamo ancora mille battaglie da combattere… e ne abbiamo “perse” parecchie.
In questa vittoria vogliamo ‘battezzare’ questa asciuttissima nostra situazione sociale, e tutti i nostri giorni… perché il Signore è Colui che “è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue”. Non solo con parole ma con promesse fatte carne, compromettendo tutta la sua vita perché la nostra fosse possibile e… fosse migliore!
Il battesimo, che significa “immersione”, ci ricorda che niente di noi è e deve essere lasciato fuori… Questa totalità in Dio, che Gesù vive, fa trasalire di gioia il cuore del Padre: “Sono felice di te figlio!" “Mi compiaccio di te”… e seguendo il figlio noi diventiamo parte di questa felicità di Dio… Ma in un passaggio della Scrittura il Signore ci ricorda di “Non rattristare lo Spirito Santo che è in noi”… e un padre è triste quando vede che il figlio si fa del male, che non fiorisce e non realizza la propria vita…così Dio! Lo Spirito Santo si rattrista perché non ci prendiamo la bellezza di Dio: perché non crediamo possibile il suo Avvento e la sua Nascita tra noi, si intristisce quando l’uomo non ha il coraggio di abbandonare le sue vie e i suoi pensieri per fidarsi di quelli di Dio…!
Allora fratelli e sorelle ricominciamo da un battesimo: da un momento di purificazione delle nostre vie e dei nostri pensieri! Ripartiamo dall’immagine dei cieli che si squarciano per non richiudersi mai più… il battesimo è la festa di questa com-UNIONE finalmente ristabilita. Separare è opera del diavolo, che in greco significa “divisore”. Nel battesimo lo Spirito è comunione. Sia il peccato di Adamo che interrompe la relazione filiale, sia quello di Caino, che tronca quella fraterna, vengono riscattati da Gesù, vero figlio di Dio e vero fratello degli uomini. Chi è battezzato in Lui, immerso in questa comunione profonda, “non commette più peccato”… (cfr 1Gv) non nel senso che non sbaglierà mai e che sarà perfetto, ma nel senso che caduto non vedrà l’ora di rialzarsi, sviato non aspetterà altro che rimettersi in carreggiata… lontano da Dio non sentirà altro desiderio che colmare questa santa nostalgia di Lui… E poiché il Signore non si ferma al peccato puntuale, alla situazione di male commesso o subìto, ma sa vedere sempre oltre, perché prima che peccatori siamo figli suoi, ecco il Padre stesso ci giustificherà fornendoci la possibilità di cambiare e di ricominciare morendo all’uomo vecchio. I battisteri antichi spesso ricordano dei sepolcri… L’esperienza del Battesimo è proprio sapere che potevamo morire, che potevamo entrare in un sepolcro, in una valle di morte, soccombere sotto il peccato sposando le sue leggi e dinamiche, e invece per noi si sono aperti spazi di cielo, orizzonti nuovi e altre possibilità… E così l’acqua non rimane più il pericoloso e imprevedibile mare che sommerge con i suoi flutti, ma quell’acqua diventa come quella del grembo materno che genera e custodisce. Le onde non fanno più paura perché il custode veglia sugli argini e vi mette dei limiti. Colui che ha vinto la morte rende anche noi capaci di vincere insieme alla morte anche tutte le paure di morte che attraversano la nostra vita, perché siamo fatti per l’eternità! Allora diventa così importante ascoltare la voce del nostro Battesimo che ci chiama con parole di tenerezza: “Figlio mio!” sei il mio amato! Per te non finisce qua ma ogni fine è un nuovo inizio! E in questo senso ogni fine vale più di ogni principio!… (Qoelet 7,8).