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RIVESTITI DI LUCE - EPIFANIA DEL SIGNORE (Anno B)

E se possiamo dire che il Natale ci racconta il viaggio di Dio verso l’uomo, la festa di oggi pone l’accento sul viaggio dell’uomo verso Dio: due itinerari dell’unico mistero contemplato in questi giorni.

E il viaggio è da sempre metafora della vita, ci ricorda che viviamo di continue prossimità e distanze, di obiettivi e di mete da raggiungere che richiedono un cammino fatto di tappe graduali, di conquiste e scoperte, perché non è sempre tutto a portata di mano, immediato, certo… ma anche in mezzo alla fatica del capire dove siamo e del dover scegliere i percorsi, in mezzo alla confusione, al nostro perdere talvolta la strada e capitare in valli oscure, è anche vero che il nostro camminare non è a caso, non è alla rinfusa o alla cieca, c’è una luce che ci guida, l’immagine della stella che riempie questa festa ci ricorda ed attesta che abbiamo proprio bisogno di una luce che ci orienti e ci faccia compagnia… Questa luce è l’immagine ed il riflesso della speranza di un senso. Ogni uomo ha bisogno di qualcosa che vada al di là della semplice somma dei dati, al di là delle cose che vede e tocca… ogni uomo ha l’intuizione di questo oltre… E nessuno si mette in viaggio se non ha la speranza di trovare qualcosa… La verità è che spesso noi abbiamo paura di non trovare nulla, oppure vere fregature, e allora non ci mettiamo neppure in viaggio… e così oggi la stella sta ai magi come la voce del Signore sta ad Abramo: “Vattene dalla tua terra, dal tuo luogo natale e dalla casa di tuo padre verso la terra che ti mostrerò”… E si dice che Abramo partì senza sapere dov’era quel luogo, perché certo, una stella in cielo non è un tom tom in terra, non può davvero indicare in maniera precisa e puntuale un luogo, un numero civico, una famiglia… E questi uomini di scienza capiscono che prima di tutto quella stella va cercata nella Scrittura… Chiedono all’uomo sbagliato, Erode, e il suo consiglio studia la Parola, si ricorda della stella raccontata nel libro dei numeri dall’oracolo di Balaam e così pure il libro di Malachia… e si arriva a Betlemme, e così alla fine Betlemme sta ai magi come Gerusalemme sta al pellegrinaggio dei popoli lontani annunciato nella prima lettura: “Rivestiti di luce, la tenebra ricopre la terra ma su di te splende il Signore”.

In quel tempo Gerusalemme, la città santa, è una baraccopoli, devastata depredata, occupata, e Isaia profetizza che diventerà una luce per tutti i popoli…! Profetizza il ritorno dei figli dispersi… il ritorno dall’esilio… L’uomo di Dio davanti all’evento tragico sa proclamare speranza, una luce, una stella, una apertura di orizzonte…

E ad aiutarci abbiamo una stella, per così dire, a tre punte: luce nel cielo per dirci che la rivelazione di Dio si manifesta nei segni della natura e del tempo, poi la luce delle Scritture, perché la parola di Dio si fa carne nella storia della salvezza e la luce del sogno, attraverso il quale i Magi vengono avvertiti di non tornare da Erode, e che richiama l’interiorità della coscienza. Questa è la stella che ti chiede di fare sul serio e di metterti in gioco, di metterti in viaggio. Si dice che Erode era agitato e con lui tutta Gerusalemme - il verbo qui utilizzato [:tarassein] indica il mare mosso, agitato! Erode ha paura di perdere il trono, il potere falso che ha usurpato con violenza ed inganno, e Gerusalemme ha paura di perdere il tempio, il luogo nel quale parla di un Dio falso: quello tutto risolvibile nella legge e nei precetti….

Ma anche le persone sbagliate e negative, anche i luoghi e percorsi sbagliati alla fine servono e non porranno mai fine e non bloccheranno mai definitivamente il mistero di Dio. Alla fine, anche se per vie traverse, questi magi giungeranno a destinazione, e a Betlemme tutto il loro immaginario crollerà: il prodigio, la profezia, il segno…cercano il re dei giudei e trovano un bambino avvolto in fasce in una stalla. A dirci che per entrare nella rivelazione di Dio e nel cuore della speranza e del senso del viaggio dobbiamo avere il coraggio anche di lasciarci deludere perché è lì che il sogno, il segno, il desiderio vengono portati a maturazione e a verità! “Non quello che io voglio vedere ma quello che Dio ha preparato per me”. “Re dei giudei”, l’unica altra volta in cui Gesù sarà chiamato così è sulla croce!

Ci auguriamo, all’inizio di questo nuovo anno, di trovare Dio nei luoghi dove noi non pensavamo di trovarlo… E allora che scortati dai magi anche noi tra pochi minuti possiamo vedere al di là di quello che noi vediamo normalmente: un pezzo di pane diventa Eucaristia... può sembrare deludente, ma in quel pezzo di pane c’è tutto Dio… Noi spesso cerchiamo cose nuove e che ci stupiscano, la fede è lasciarci stupire dalle cose che vediamo tutti i giorni, perché lì parla Dio.

Questi grandi dell’oriente hanno qualcosa da offrire al piccolo, ma non portano doni utili per un bambino o per una neo-mamma, quanto doni simbolici che parlano della dignità di Dio e dicono la sua identità, dicono chi Lui è! Si fanno voce di quella domanda che prima o poi almeno una volta nella vita tutti ci poniamo: “Chi sono?!!?”… Non si può finire il tempo di natale senza porsi questa domanda “tu chi sei?” … Gesù è la domanda, Gesù è Lui la risposta…

In Gesù sei nato anche tu sotto la buona stella, sei stato illuminato, ora rivestiti di Luce, rivestiti di Cristo e sii tu a fare epifania, cioè a manifestare il Signore con la luce della tua vita… Il Vangelo ce lo dice chiaramente “Sei tu la luce del mondo”… tu il sale della terra… mostrati come tale e sarà Epifania tutti i giorni.


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