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FORSE TU MI COSTRUIRAI UNA CASA? - IV Domenica di Avvento (Anno B)

In questa IVa domenica di Avvento, che precede di poche ore il Natale di Gesù, il Vangelo ci offre l’icona della Visitazione, una immagine per così dire sfuocata. In un giorno qua­lunque, in un luogo qualunque, in una casa qualunque, troviamo Maria accogliere una Promessa dai contorni non ben definiti. Non vengono messi a fuoco i dettagli di quella storia annunciata… semplicemente “quel mistero avvolto nel silenzio per secoli è manifestato”.

Ma è esperienza quotidiana che non sempre nella vita la messa a fuoco è in modalità automatica. Oggi ci viene ricordato proprio questo: che difficilmente chi vuole tenere tutto-a-fuoco- tutto sotto controllo e avere la chiarezza del “subito”, riuscirà ad aprirsi alla Promessa di Dio per la sua vita. La lettera agli Ebrei dirà che “Fede è certezza delle cose che non si vedono”, e in questa vicenda tutto ha potuto proseguire perché Maria ha convocato la sua fede e la sua libertà e ha pronunciato il suo sì… Fratelli avete mai pensato a quanto facciamo fatica a dire dei generosi-“sì”-pieni agli amici, parenti, alla vita stessa… figuriamoci ad un Dio dai contorni sfumati! Quante volte prima mettiamo le mani avanti, infinite condizioni, “ma, se…però”…. Maria è vero rimane turbata, ma la sua domanda è dentro a quel mistero annunciato e ormai accolto, non ha deriso quell’angelo e non si è tirata indietro… con quella domanda vuole entrare ancora di più in quella Promessa. Quel “come è possibile?” ha il sapore del “io ci credo ma come posso essere utile?”. E se Maria avesse ragionato solo da un punto di vista umano, si sarebbe fermata qui, a quel ”come è possibile” e non avrebbe aggiunto “l’Eccomi” poiché come dice Erri de Luca “Solo lei, la madre, sapeva che quel bambino era veramente figlio di un annuncio del seme che sta nella voce di un angelo”. E la pedagogia dell’angelo: non le dice: “Maria prega, inginocchiati, fa' questo o quello”. Ma semplicemente: “Rallegrati” e accogli la gioia! Questo è il grembo verginale, al di là dell’etica o dell’anatomia: accogliere un dono in quanto dono, essere capaci di accogliere una Promessa, senza per forza dover fare, meritare, calcolare, essere artefice o capire subito tutto…

Allora impariamo anche noi a non lasciare che la società, il pensiero comune, ci segnino a tal punto da rassegnarci e portarci via la Promessa di Dio, promessa di salvezza, di vita piena, di gioia…. A quei contorni sfumati o forse persino troppo marcati ed evidenti rispondiamo come Maria “Eccomi”, rispondiamo come quell’uomo del Vangelo “Io credo, aiutami nella mia incredulità”.

Mentre pregavo su questa parola mi è venuta in mente la ‘battaglia’ di una donna che per il marito che aveva amato, ormai violento, lontano, aggressivo, caduto nell’alcol e nella droga continuava ad impugnare la sua fede e a dire “io credo”… (tratto da una storia realmente accaduta!). Quando qualcuno le diceva: “E’ solo un opportunista” - “Io credo”, “E’ un drogato”, lei rispondeva “io credo!”, “non accetterà mai la Comunità” - “Io credo”… Oggi sta guardando il miracolo di Dio di un uomo nuovo che sta facendo il suo cammino, ha ritrovato la fede, e persino cammina in modo nuovo!

Ritorniamo a Maria. Come ha fatto Maria? Maria, si è ricordata della Promessa fatta ai padri. Dobbiamo anche noi fare questo esercizio di Memoria. Siamo all’interno di una meravigliosa storia della salvezza, non come spettatori ma come protagonisti!

Proprio così come al re Davide Dio chiede di fare memoria di quanto Egli aveva operato in lui e attraverso di lui, delle vittorie ottenute nel Suo nome. Anche per noi è importante questa memoria perché non celebriamo tanto quello che Dio si inventerà di nuovo, ma quello che ha già fatto e che porterà a pienezza in noi e tra di noi in modo nuovo…

Ed è divertente vedere quel Davide … che credeva di aver portato a termine la sua parte…un po’ come se fosse andato in pensione, ha finito il mutuo si accorge che Dio è rimasto in una tenda e fuori dalla sua casa… ecco che gliene vuole costruire una! … Non aspettare alla pensione, o alla fine del mutuo per dire “ dedicherò tempo a Dio, alle cose buone della vita, alla carità…..alla cura spirituale….!” Ma cerca una casa per te e i tuoi cari presso Dio fin da ora! E per Davide la storia si inverte. Sarà Dio a costruirgli una casa e una discendenza regale, da cui Gesù…per questo chiamato “figlio di Davide”…

Occorre uscire dall’idea che siamo noi a dover fare qualcosa a Dio per credere che è piuttosto Dio ad essere in procinto di compiere ancora una volta in questo Natale, qualcosa di grande in ciascuno di noi con la promessa più bella, quella che accende il cuore dell’amante per l’amata: la promessa di ‘essere con noi per sempre’, in ogni istante, in ogni circostanza

Buon Natale di Gesù imparando da Maria che quel “come avverrà questo?”: non può più appartenerci… perché da quella Visitazione “nulla è impossibile a Dio!”.


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