TORINO - FESTA DELLA CHIESA LOCALE - XXXIII Tempo Ordinario (Anno A)
In origine era scontata l’equivalenza “chiesa” = “insieme dei credenti”, tanto che potremmo immaginare che un bambino di quei tempi avrebbe disegnato le persone attorno all’altare e alla Parola di Dio più che l’edificio in pietra… perché, come ci ha ricordato l’apostolo Pietro, “noi siamo le pietre vive e scelte per costruire la chiesa”. Noi siamo il materiale scelto e prezioso da Dio per la sua Casa, per contenerlo e consegnarlo al mondo. Non c’è Gaudì, Botta, Juvarra o architetto rinomato che possa resistere ad una Chiesa vivente, fatta di uomini e donne che vogliono amare e amarsi come fratelli…Siamo di Dio: “Voi sarete per me … un regno di sacerdoti e nazione santa!”.
Se chiedessimo ad un bambino “tu di chi sei?” probabilmente risponderebbe: “Sono di mamma e papà…” se lo chiedessimo ad un adolescente le cose già cambierebbero: “sono mio! Di me stesso”, ma al di là delle fasi e tappe della vita, che sono fisiologiche (!) il patologico e pericoloso è quando adulti pensano di essere “roba loro” e si comportano di conseguenza. Se tu pensi questo… è chiaro che tutto è relativo a te, a come ti alzi la mattina, al buono e cattivo tempo… e un cristiano che si dimentica la sua appartenenza, la sua origine, la sua pietra miliare… è un disastro… che rende “brutta” la chiesa. E’ un costruttore del cristianesimo “Lego”… che semmai costruisce una chiesa come vuole, “a modo suo”, ma c’è il rischio che quella non sia la chiesa di Cristo…
La Chiesa di Cristo è quella che rimane in Lui, quella che ascolta la sua voce e mette in pratica le sue parole! Quella che fa sì che quando qualcuno ci incontri possa dire “OH quanto MI ama Dio!”.
Il problema non è l’essere bravi o cattivi, forti o deboli, purissimi o sporchissimi… ma il rimanere uniti in Lui, riconoscerci tralci che necessitano della vite per portare e generare vita, per portare frutto… comunque siamo qualunque cosa ci capiti, qualunque dubbio o male ci attraversi! La Chiesa di Cristo è quella che sa che senza di Lui anche le più belle iniziative rimangono sterili, perché senza di Lui “non possiamo far nulla”. E cioè potremmo pure fare di tutto, ma alla fine quel tutto sarà equiparabile al niente, perché vuoto ed inconsistente…
Il nome nuovo della morale evangelica non è “opere grandi e numeri esagerati" ma fecondità, non penitenze e rinuncia ma centuplo! Non effetti speciali ma “rimanere” in Lui!
Ed è il momento che tutto questo torni a farsi vedere… Frutti e non solo fiori… fatti e non solo parole… Il Signore ci ha portati su ali d’aquila ma ora è il momento di camminare e di farci “ali” per altri…. Nessun albero consuma i propri frutti, nessuna vite; essi sono portati e offerti per la gioia e l’alimento delle altre creature, per maturare e dimenticarsi del dono.
Per arrivare a questo occorre certo la sua Grazia, e altresì una sana opera di semplificazione: tagliare, potare, diventare “svuotati” come canne. A proposito le canne dell’organo di questa nostra chiesa, lo avrete sentito, da un po’ di tempo hanno qualche problema… l’usura e la polvere non permettono la completa chiusura e quindi passando dell’aria emettono suoni anche quando non vengono schiacciati i tasti o la pedaliera e purtroppo esce quel fastidioso extrasuono dissonante. Prendiamo questa immagine in positivo: essere “svuotati” come canne, capaci di far passare il soffio di Cristo, la Sua presenza, la Sua parola in noi, sì da emettere la sua armonia anche senza essere “schiacciati” sul tasto fede, chiesa, Cristo…diventare strumenti suoi perché traboccanti dei suoi suoni.
Occorre buttare via le opere ‘infruttuose’, gli atteggiamenti che non hanno senso, tanto sono tutte cose che prima o poi il contadino taglierà o farà cadere, non perché punitivo ma perché conoscitore della pianta, perché “vero” e ciò che è inconsistente invece è “falso” e non porta a nulla!
Allora se sei stufo di battere l’aria e di costruire sul nulla, lascia crollare i castelli di sabbia e mettiti “in costruzione” con il migliore architetto che ci sia; Lui non utilizzerà sabbia, ma la tua stessa carne ….perché Tu sei il tempio di Dio! (cfr. 1Cor 3,9-11.16-17)