IL GIOGO NON “IN BUE”, MA IN DUE! - XIV Tempo Ordinario (Anno A)
Per Gesù è un momento difficile: il Battista è in prigione, in Galilea aumenta il rifiuto nei suoi confronti, e neppure i miracoli servono a rendergli giustizia, a smuovere le coscienze. Gesù sembra essere rimasto solo, si sono esacerbati gli animi degli scribi, dei sacerdoti, c’è un anticipo della solitudine che vivrà sulla croce… e nel pieno della crisi, Gesù cosa fa? “Benedice il Padre”, come quando davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, piange, vede lo sconforto di Marta e Maria e cosa fa? “Ringrazia il Padre”… E quel ringraziamento è così potente e pieno di fede, pieno della certezza che il Padre lo ha già ascoltato ed esaudito (cfr. Gv 11:41 ), che ha l’effetto “naturale” di attirarsi il “sovrannaturale”, ha l’effetto di calamitare la grazia e il bene, di portare vita e allontanare la morte… “Padre, ho capito e ti rendo lode”. Ho capito davvero chi sei e che non abbandoni quando tutto abbandona, che non vieni meno quando tutto svanisce e crolla, che sei affidabile quando tutto sembra smentirlo e togliere ogni speranza… “Padre ho capito e ti rendo lode”… Un figlio che si stupisce per la grandezza di suo papà è una meraviglia! Padre, il posto che sembra rimasto vuoto attorno a me è pieno della tua presenza ed è riempito dai piccoli: poveri, malati, vedove, bambini, e questa non è una sconfitta ma una vittoria! Perché il regno di Dio è per loro, è fatto per “sudditi-regali”, per un re dalla signoria umile, come descritto da Ezechiele, non un despota potente e violento che ha attorno a sé violenti e potenti… non i grandi, ma i piccoli. Circondato da quelli che sono stufi dell’oppressione dei comandanti, quelli che sono stanchi delle promesse mai mantenute dei potenti. “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi”,… perché c’è una novità per voi e “L’arco di guerra sarà spezzato”… la logica del mondo sarà rotta, illuminata da un altro modo di vedere per non rimanere schiacciati “sotto il dominio della carne”. E’ arrivato il momento dei piccoli, perché contro ogni evidenza, contro ogni riconoscimento, saranno loro a scrivere la storia… “Su chi volgerò lo sguardo? Sull’umile e su chi ha lo spirito contrito e su chi ama la mia parola” Isaia (66,2). Volgerò il mio sguardo su Maria, e sulla anziana sterile, sulla vedova di Naim, sul cieco Bartimeo, sull’adultera, sull’assetata al pozzo, sul ladro Matteo, sul piccolo Zaccheo… Gesù non sta tenendo una conferenza di teologia ma testimonia l’amore del Padre che ha visto in azione proprio su questi piccoli, non sui sommi sacerdoti, non su Cesare Augusto o Tiberio, non su Pilato…
La presunzione di quelli che Gesù chiama “sapienti e dotti” è quella di sapere in anticipo già tutto dall’alto dei loro titoli o posti di onore e allora anziché affidarsi a giudizi sapienti questi si affidano a pre-giudizi stolti e antipatici… e non ce n’è per nessuno, non c’è spazio per niente… questo avviene tutte le volte che semplifichiamo troppo la realtà, ogni volta che presumiamo di sapere cosa pensa l’altro… di possederlo, ogni volta che pensiamo di avere la soluzione in tasca. E nel mondo quando questa sapienza e potenza si mettono insieme scatta il delirio della carne… (come quello che fa arrogare il diritto di dire a due genitori “abbiamo deciso che tuo figlio alla tale ora morirà perché stacchiamo la spina”…)
Allora il segreto che ci consegna oggi il Vangelo è che il vero sapiente é il vero piccolo. “Piccolo” stando alla traduzione significa “infante”, e la sapienza dell’infante è quella di sapere di essere figlio, è quella di sapere che il Padre non è ‘contro’ ma è lì per lui e gli dà tutto. E’ Colui che ha compreso che non possiede nulla ma che tutto é nelle mani del Padre… Sapienza è questa relazione, il bisogno e desiderio di questo dono. E dire che la mia vita non dipende solo da me è riposante.
“Imparate tutto questo dal mio cuore”... Cristo si impara partendo dal cuore, cioè dal suo modo di amare. Abbiate il coraggio di prendere su di voi la mia umiltà, la mia logica, il mio destino, il mio modo di vedere e agire, di parlare e visitare, di perdonare e accogliere… e troverete.. non un precetto in più, ma ristoro per la vostra vita… Il cuore non è uno dei tanti maestri, ma è la porta per un’entrata trionfale nell’intimità con il Padre: “nessuno conosce il padre se non il figlio e colui al quale il figlio lo voglia rivelare”… E se accogli il figlio quello stesso Spirito è sulla tua vita! Quegli stessi segni e prodigi che accompagnavano la sua vita sono per te…
Se è vero che nessuno può portare la mia croce al mio posto, è vero che il giogo si porta, non “in bue”… ma in due! Io da una parte e dall’altra.. certo moglie, marito, famiglia, amici, comunità, ma soprattutto Gesù… Come se il Signore dicesse così come io mi sono “aggiogato” a voi! voi “aggiogatevi” a me e insieme, possiamo trovare il riposo e nuova forza per tirare il carro dell’esistenza.