SII PROFEZIA - XII Tempo Ordinario (Anno A) -
Alle folle stanche, confuse, smarrite, a quelle di ieri come a quelle di oggi, Gesù manda i suoi discepoli, come portatori di un lieto annuncio che possa infondere speranza e rompere il meccanismo della sfiducia e della paura!
Ogni giorno ci troviamo davanti a situazioni che sembrano alimentare la paura: ce ne parlano gli eventi di qualche settimana fa in piazza a Torino, così Londra, gli eventi di guerra del Medio Oriente e tanto altro ancora… che come per il profeta Geremia ci fanno dire “terrore all’intorno!” … e nel nostro quotidiano quanti contrasti e opposizioni… In tutto questo a chi vogliamo dare da mangiare: alla paura o alla fiducia…?!
Il Vangelo ci viene incontro senza mezzi termini: “non abbiate paura!”. E’ la parola che ha scritto la storia della salvezza, parola detta ad Abramo, a Mosè, a Giuseppe, a Maria… e che oggi ci raggiunge ripercorrendo proprio le confessioni del profeta Geremia: l’uomo controcorrente, che ci ricorda che il destino comune di ogni uomo che cerca Dio non è il facile consenso, la vita facile e tranquilla, quanto piuttosto la fatica della risalita, lo sforzo della verità, la lotta contro la superficialità della massa, del “così fan tutti”. Un cammino che richiede METàNOIA - conversione - cioè cambiamento del proprio modo di pensare scegliendo la forza graffiante della profezia in nome della verità e della libertà, del bene e della giustizia, della pace e dell’amore! Forse che davvero cercare Dio e cioè tutto questo, sia il destino di ogni uomo…?!!? Allora, ancor di più, che forse tutti gli uomini siano chiamati a diventare dei profeti!?!? Il profeta Gioele(3,1), secondo una parola ripresa anche dagli Atti degli Apostoli (2,17) dirà: “Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni”. Non perché pazzi o esaltati ma perché ripieni di Spirito Santo, perché… anche se “nel mondo”, noi “non siamo del mondo!” (cfr. Gv 17,14).
E alla fine la preghiera di Geremia, che proprio per essere prestavoce di un messaggio controcorrente viene canzonato, deriso, preso in giro, abbandonato, oltraggiato, la sua preghiera non chiederà di essere risparmiato, ma piuttosto che il Signore lo assista fino al buon esito della sua fatica che sa essere certo e sicuro perché ora a Lui - al Signore Dio - “ha affidato la sua causa”… non a se stesso, alle sue capacità… e sente forte la presenza del Signore che rimanifesta nel suo ‘rimanere’ fermo in quella missione, nella sua vocazione “ il Signore è al mio fianco come un prode valoroso”. Lo sente combattere nella sua stessa battaglia!
[[«Nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto» (10,26). La parola del discepolo, anche quando può apparire improduttiva e fallimentare, non rimarrà senza frutto. Verrà alla luce, manifesterà la sua bellezza e la sua fecondità]]
Ho ascoltato qualche giorno fa la “profezia” di una insegnante delle elementari che per aver chiesto semplicemente chiarezza e informazione su quanto stava avvenendo nella sua scuola elementare, dove in nome dell’antibullismo venivano raccontate filastrocche e favole che inneggiavano alle famiglie omogenitoriali che facevano quasi sentire in colpa i figli di un papà e di una mamma, bhè semplicemente per aver chiesto di essere informata su cosa venisse insegnato, raccontato e fatto vedere a dei bambini così piccoli, sta subendo mobbing fortissimo, ha perso il saluto dei colleghi, è stata tacciata di bigottismo…. perché tanto è una povera cattolica… Ma ragazzi cosa sta succedendo? E Noi dove siamo?
Il Signore cerca una generazione che abbia il coraggio di essere profetica! Che abbia il coraggio di “rimanere”, di essere impopolare, di essere contro il compromesso mentre l’opinione pubblica chiede carezze e profumi. San Paolo ci ricorderà che il profumo del cristiano è quello di Cristo… Le parole con cui leggere la storia sono quelle di Cristo, gli occhi con cui guardare la storia sono quelli di Cristo, quelli che oggi si soffermano su dei semplici passeri: creature effimere e fragili, che richiamano proprio i più fragili tra i fratelli, chi si sente inutile e impotente… a loro il Signore dice: ”Non avere paura: anche se la tua vita agli occhi di tutti pesasse come quella di un passero, tu sei mio”. E ancora viene proposta l’immagine dei capelli del capo. Con tutta la fantasia e creatività che ha il Signore… “i capelli del capo”??!? Perché Dio è innamorato di ogni nostro dettaglio. Perché per l'amante nulla è insignificante o trascurabile dell’amato.
La traduzione negli anni di questo passaggio ci ha ingannati un po’: il senso non è tanto il proverbiale “non cade foglia che Dio non voglia”, e cioè ”nulla accade senza il volere del Padre vostro" quanto, piuttosto, "nulla accade senza che Dio ne sia coinvolto pienamente… fino alla fine!!”. E’ il nostro, un Dio NON che “vuole”, ma che “piange” i passeri caduti, non che “vuole” ma che conosce e piange il dolore innocente, i barconi, le vittime di guerra e di ogni violenza, le politiche ingiuste… Questo è il Dio con noi! Un Dio che ci dice "Tutto ciò che ti accade, accadendo a te, accade a me, e ti prometto che neppure un capello di quel dolore, impegno, amore… andranno perduti”. E per questo non avere paura!