LA FORZA DELL’ASCENSIONE - Ascensione del Signore (Anno A)
E il clima liturgico di questa domenica ce lo ha indicato il salmo: “Ascende Dio tra le acclamazioni, cantate inni, cantate inni… (c’è festa !): Popoli tutti battete le mani! perché Dio è Re di tutta la terra”.
Come sarebbe bello avere la libertà di applaudire al nostro Dio per onorarlo e dire la nostra gioia… ma invece battiamo le mani per altre cose, e la Chiesa non sembra il luogo idoneo… Ma se non esprimiamo noi la nostra esultanza forse, come troviamo in un altro passo, lo faranno le pietre di questo edificio, i banchi!!
Ma è anche vero che in realtà l'Ascensione è una festa difficile: come si può far festa per uno che se ne va? Per uno che proprio nel momento in cui se ne va dice che rimarrà con noi fino alla fine del mondo! E’ in atto uno dei paradossi a cui Cristo ci ha abituati: rimanere andandosene! Perdere la vita per conservarla…
I due di Emmaus ci hanno preparato a questo, il fatto che il Signore sia oltre le forme visibili degli occhi, non significa che ci abbia abbandonato e lasciati orfani, ma “semplicemente” che ha deciso di abitare un’altra dimensione, che eppure ci appartiene in modo naturale, di cui siamo capaci anche noi: il profondo, l’interiorità, che come l’amore in azione, e il voler bene, sono capaci di superare distanze spazio temporali. Mette le radici la certezza che in tutti i giorni, in tutte le cose, Cristo è con me, è dalla mia parte, è presente in ogni misterioso invisibile, come un amante sente l’amata, come un Padre che dà fiducia al figlio che cresce, che lo lascia libero, non lo accompagna fisicamente dappertutto tenendogli la mano come quando gli insegnava a camminare, ma che è sempre in un pezzo del suo cuore, dei suoi successi ed insuccessi… Dio ci lascia spazio! Ci fa spazio per prepararci un posto. Questa è la forza di ascensione che ci dice che “era necessario che egli fosse sottratto ai loro occhi”. Emmaus è necessità che la stessa libertà di uomo e “l’adultità” richiedono! Purtroppo sempre più stiamo riducendo ormai tutto, solo a quello che vediamo e sentiamo… a quello che è immediatamente comprensibile, al dato oggettivo e matematico… Ma sappiamo bene che la vita non può ridursi a questo! La vita che viviamo invoca mille altre cose. La vita non è una semplice occasione per tutto vedere chiaro, possedere e tutto trattenere per sé… La forza dell’ascensione in questo senso è liberante! “Maria non mi trattenere!”… nei tuoi ragionamenti, sentimenti, emozioni…stati… e ancora: non rimanere con lo sguardo fisso al cielo, ma guarda piuttosto alla terra di cui sei plasmata, e non avere paura della tua umanità, guarda alla tua storia, per accogliere e farvi crescere libertà e benedizione. “Stese le mani e li benedisse”… E ancora “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra... Andate dunque”. Gesù non dice: “ho il potere e dunque IO faccio questo e quest’altro". Ma dice: “io ho ogni potere e dunque voi, che siete miei, che come figli avete parte della mia eredità, fate, fate voi, fate la vostra parte - Andate!”. E’ quello stesso “andate” della formula di saluto conclusivo della Messa “La messa è finita andate in pace”. Questa costruzione sgrammatica dell’amore, come la definisce un commentatore del vangelo, ci ricorda che la messa la si vive fuori da quel portone d’ingresso, tutta in uscita! Quando riuscirò a dire questo mese ho avanzato qualche risparmio e - non tanto - “quindi… mi comprerò due maglie in più”, ma “pertanto quell’amica che so che è in difficoltà a pagarsi l’affitto riceverà un mio regalo”, e se dicessi: oggi ho un po’ più di tempo e quindi - non tanto - “ potrò stare di più sul divano a guardare la tele”, quanto piuttosto “e quindi potrò andare da quella persona che so patire terribilmente la solitudine per farle un po’ compagnia”! Ecco questa è la forza dell’ascensione in azione… Non solo quello che vedo di me, quello che sento di me… quello che immediatamente percepisco. E neppure semplicemente guardare il cielo, che può risultare un po’ troppo semplicistico e ozioso… per questo c’è il richiamo alla terra e ai bisogni dei fratelli… Quell’accusa di un tempo fatta alla religione di essere l’oppio dei popoli, in realtà oggi sembra essere il massimo a cui la religione possa tendere: ma la fede non è un anestetico o illusione…! E’ solo la speranza nelle promesse di Cristo a sostenere le cose. Se Pietro la scorsa settimana ci invitava a rendere ragione della speranza che è in noi, oggi Paolo agli Efesini lega immediatamente questa speranza alla risurrezione, alla Potenza sopra ogni potenza… che fa di Gesù il perfetto compimento di tutte le cose. Ecco cos'è l'ascensione: l’oltre di Dio che viene ad abitare l'adesso, il piccolo, l’ordinario, il comune. Lo spirito del Risorto su ogni morte. E noi possiamo “andare” solo prendendo sul serio l’invito a convertirci: cominciando da noi stessi, dal di dentro: ecco il riferimento allo Spirito Santo. “Riceverete forza dallo Spirito Santo!” Non serve che cambi il mondo, finisca la fame nel mondo, diminuiscano le tasse, ci sia meno traffico, se non cambia il cuore degli uomini, se non divento un uomo nuovo, battezzato, cioè immerso, inzuppato nel Padre, Figlio e Spirito Santo. L’eucarestia che stiamo vivendo ci avvolga in questo mistero trinitario e dove saranno Loro saremo anche noi!