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IL TESTIMONE AI TESTIMONI - III Pasqua (Anno A)

“Mi colmerai di gioia Signore con la Tua presenza”… La sindrome di Emmaus, altro modo per dire la ‘sindrome da abbandono’… quella paura che ci assale quando temiamo che le cose che ci siamo guadagnati o che semplicemente ci ritroviamo, debbano finire da un momento all’altro, che le relazioni che ci sostengono debbano interrompersi, ecco quella tristezza mortale che avvolge le vite che si sentono deluse e sole, oggi trova il suo farmaco: “con la Tua presenza”. La cura è la presenza del Signore che è un Dio fedele che mai abbandona, che non mette mai la parola fine… E che oggi assume l’aspetto di un comune viandante e si fa prossimo, si affianca ai due discepoli ‘ammalati di delusione cronica’… E “scroccando” loro un passaggio per strada, si fa ancora una volta Via, diceva la prima lettura: “Mi hai fatto conoscere le vie della vita”: la Gerusalemme - Emmaus. Spesso abbiamo l’impressione di avere un abbonamento a questa tratta, che sbocca in una strada chiusa (!). Sapete, la nota della Bibbia CEI definisce Emmaus un “luogo di difficile identificazione”, come a dire che questi due discepoli non sanno neppure dove andare… sono come pecore senza pastore … ma la Buona Notizia è che il pastore va alla ricerca delle pecorelle smarrite! E nelle loro - e nelle nostre - mani viene consegnato anche il biglietto di ritorno; Gerusalemme-Emmaus-…Gerusalemme! Dove questi due discepoli troveranno la prima chiesa ad accoglierli, un popolo in festa perché il Signore è veramente risorto, Alleluja! E non c’è spazio per la sindrome dell’abbandono perché siamo tutti suoi e perché c’è posto davvero per tutti nel suo ovile!

E come è consolante leggere su questa strada di ritorno, a mo’ di cartelli stradali, i versetti del salmo che abbiamo pregato: nelle Tue mani è la mia vita… il Signore sta alla mia destra… Ed è stato proprio così per i due discepoli che “discutevano fra loro”, ma per il forte dolore, “i loro occhi erano impediti a guardare a destra, erano impediti a riconoscerlo”. Quante volte il dolore é un impedimento a fare questo riconoscimento, quante volte la rabbia acceca, la paura toglie la vista e la visione del domani …

Quante volte non sappiamo guardare al di là del nostro orizzonte di sconforto, ignorando che il mistero del dolore, quello delle ferite di cui parlavamo la settimana scorsa, ci accomuna, e che Dio affianca, accosta, e si carica, si assume tutto questo come un agnello che porta su di sé il male del mondo, come un Cristo che porta su di sé la croce…

Quante volte, anche se sappiamo tutto questo, la nostra sensibilità é chiusa, non funziona qualcosa… E magari, come per i discepoli di Emmaus, anche noi abbiamo tra le mani solo un elenco di dati…! “Solo tu sei così forestiero?” E’ successo così e così… e non riescono a trovare una via d’uscita a quella storia, perché si fermano e incagliano solo sul passato. In quella storia, che fra l’altro raccontano niente meno che al protagonista, c’è tutto quello che serve per credere… perché non solo in quel racconto si parla di Lui, di Gesù, ma in quella storia Lui stesso si rende presente e si dona ed apre un presente di speranza! Allora occorre il dono dello Spirito, quello dell’Intelletto, per intus-legere: leggere dentro a quei fatti e legare i dati con altra sapienza… ma per fare questo devono mettere in discussione la loro intelligenza, devono accantonare la presunzione di sapere già tutto e che non ci sia altro da dire: quando facciamo così ce la cantiamo e suoniamo e ci facciamo anche l’applauso!! * E ad una loro pausa per prendere il fiato in questo elenco di notizie, il racconto lo continua e lo completa Lui, il viandante, aggiungendo ancora qualcosa: fare memoria è un dato importante per tutti, noi celebriamo infatti ogni liturgia “in memoria di Lui”, ma non in un ricordo nostalgico, questa parola significa letteralmente “ritornare al dolore”: non è il dolore a salvare ma quella presenza che si affianca a noi quando facciamo memoria, è l’amore che c’è dentro a quel dolore e che lo accompagna, a fare di quel ricordo qualcosa di vivo, a far sì che quell’evento diventi presente e attuale per noi oggi, che doni la grazia che racconta e porti la salvezza che promette…

Gesù li aiuta a rileggere quella storia d’amore… ed è quello che fa l’azione dello Spirito Santo per noi oggi, e… potremmo dire con un po’ di libertà poetica :) che Gesù apre davanti a loro i selfie, le foto… i messaggini… i WathsApp…lungo tutto il cammino, cioè rilegge la Sacra Scrittura, mostrando tutti i segni della presenza del Padre, delle profezie confermate ed i segni della Sua presenza nella loro vita. Gesù apre i loro occhi ed il culmine è raggiunto nello spezzare il pane… quando finalmente lo riconobbero e, dice letteralmente il testo, “si rese invisibile”. La parola in questione non dice che “Gesù scompare”… continua ad esserci ma è invisibile e rimane presente proprio in quel pane spezzato! Ora il testimone è passato ai testimoni che sanno celebrare il memoriale alla luce dell’amore! E da quel giorno anche noi ritorniamo solennemente ai gesti e alle parole di Gesù, perché ci vengano aperti continuamente gli occhi e lo possiamo riconoscere alla nostra destra presente e vivo!

E’ vero… la nostra vita si dispiega tra Gerusalemme ed Emmaus, tra l’amore e la fuga, ma ancora una volta vogliamo scegliere l’amore… perché non ha alcun senso scappare dall’amore…! Allora "Resta con noi, Signore” perché oggi, nella fede della Tua Chiesa e nella fede gli uni degli altri, dichiariamo che non vogliamo una vita senza Te!


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