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SBROCCARE PER DIO! - III Quaresima (anno A)

Nella prima lettura abbiamo incontrato il popolo di Israele assetato nel deserto: da sempre fame e sete sono immagini del desiderio che abita ed affama il cuore. Un cuore spesso attraversato da dubbi e ripensamenti che ci fa porre quella graffiante domanda: ma “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?!?!?”… Ma nell’economia di questo ragionamento l’altra domanda che ci dobbiamo porre: ma Israele è alla ricerca di ciò che dà la vita e conduce alla libertà o di ciò che riempie la bocca?… Il cammino nel deserto è infatti accompagnato dal continuo ricordo dell’Egitto-luogo-di-schiavitù perchè lì si mangiavano: pesci, cocomeri, meloni, cipolle aglio… un supermercato di cibi variegati a portata di mano! E così Israele si dimentica che anche nel deserto, anche nella prova, Dio non ha fatto mai mancare cibo ed acqua al suo popolo! Il cuore che si ferma solo al dubbio, solo al male, al passato, al ricordo delle piaghe, del dolore, corre il rischio di diventare un cuore a metà, un cuore di pietra, che fa diventare il luogo che si abita come le località di Massa e Meriba, luoghi della lamentela e della critica, ma oggi il Signore batte quella pietra per frantumarla… e far scaturire acqua viva e nuova… Ricordati popolo, ricordati figlio, di Mosè e del Suo bastone… per questo il salmista ci ha fatto pregare: “acclamiamo alla roccia della nostra salvezza!”. E’ la chiave del Vangelo di oggi, perché quella roccia da cui scaturisce acqua viva è Gesù: “Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno! Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna”.

E’ la promessa che Gesù fa ad una donna samaritana, senza nome e dalla vita fragile, simbolo di una umanità che se n'è andata dietro ad altri amori, e che lo sposo, vuole ri-fidanzare. Il pozzo è infatti, per la Scrittura, il luogo dell’incontro, del corteggiamento…il luogo di quell’amore che può dissetare e sfamare! In tal senso quanti pozzi si scavano per quel bisogno di vita, mai appagato… e quante volte, con delusione, ci si accorge che quell’acqua che magari si è trovata, prima o dopo finisce, e la sete ritorna! Proprio per questo oggi ci viene incontro Cristo, che ci dice che ha un’acqua ed “un cibo che… noi non conosciamo”, ci parla dell’amore del Padre che, come ci ha detto San Paolo, è ”riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). E allora non c’è roccia e arsura che tenga… quell’acqua, da dopo quell’incontro, è in noi! Anche se, come per quella donna, il biglietto da visita che hai non fosse dei migliori… aveva avuto cinque mariti, più l’attuale, un totale di sei… Il monte Garizim, con il tempio dei samaritani è attorniato da cinque alture su cui troviamo i templi dedicati ai loro dei. Il popolo è andato dietro agli idoli, come quella donna, ma Gesù non fa calcoli e non si lascia prendere da “Massa e Meriba", dal pettegolezzo e dalle critiche, anche se “stanco e debole”, il suo amore è ancora “forte e stabile”… più che gli errori di quella donna, a lui interessa la sete che la abita! Gesù non apre capitoli della colpa, non inizia processi e non le chiede prima di regolarizzare la sua situazione ma le affida una parola, instaura una relazione, e soprattutto non le dice: quest'acqua non è buona, è marcia, è inutile, gli amori umani sono cattivi! Invoca solo il principio di realtà, chiama solo le cose per nome: se bevi di quest’acqua di pozzo, avrai ancora sete, è naturale, siamo fatti così, se invece bevi di quest’acqua di cuore, la mia vita zampillerà nella tua! E il pane che ti darò sarà diverso da quello che mangiarono i padri nel deserto… non che fosse cattivo: La manna è il cibo “creato, inventato” apposta da Dio per il suo popolo!!

Oggi quella donna che, per evitare di incontrare le altre donne, andava al pozzo a mezzogiorno, in pieno sole, non incontra il giudizio sui suoi matrimoni falliti, né uno dei tanti uomini della sua vita, ma una voce e uno sguardo che finalmente la riconoscono nella sua dignità e le danno speranza e fiducia per una nuova possibilità, per curare quella sua fragilità. Lei che a quel pozzo si sentiva come uno che è in fila alla fontana ma che non è mai il suo turno… è stata sfAMATA da Dio, perché solo l’amore del Signore può davvero saziare il desiderio di vita… e paradosso dei paradossi in questo incontro sull’acqua, alla fine, nessuno ha bevuto! E lei persino dimentica la brocca… è sbroccata! Ha perso la testa, perché è finalmente innamorata dell’Amore, quello Vero. Da quel giorno contenitori di quell’acqua sono lo spirito e la verità, che ci inviano ad essere sorgenti per tutti e in ogni luogo. Il Signore ci chiede di essere sbroccati per Lui, di perdere la testa per l’Amore quello Vero, quello capace di portare a verità e rendere autentico e credibile ogni altro amore.


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