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UNO SCHIAFFO... CHE TI FA GIRARE LA TESTA - VII Tempo Ordinario (Anno A)

Questa domenica siamo davanti ad una delle pagine più alte e paradossali della nostra fede, che nella sua formulazione più imbarazzante si riassume nell’amore al nemico. E ad incrementare il disagio troviamo la prima frase del Levitico: “Siate santi come io sono santo” che richiama l’ultima del Vangelo: “siate perfetti come io sono perfetto”.

Sentito questo ci viene già la voglia di staccare la spina e dire, come gli ateniesi all’areopago quando Paolo parlava di resurrezione, “su questo ti sentiremo un’altra volta!”. Concetti che sembrano così lontani fin più probabilmente, alla parola “nemico” ti sarà venuto in mente un volto, una situazione… e per il dolore, la rabbia che questa immagine porta con sé, diventa davvero difficile capire cosa il Signore ci stia chiedendo: perché alla vista del nemico anche lo stomaco inizia a brontolare e a ribellarsi. Sembra davvero impossibile che si possa amare e pregare per chi ci ha fatto del male: è una cosa che “forse” solo Dio può fare!

Ma c’è così tanta lontananza tra Dio e l’uomo? Ci verrebbe da dire: “certo che sì, è abissale”! Ma forse che in Gesù, Dio abbia voluto farci fare una riflessione su questa presunta distanza?! Forse che quel desiderio di Adamo ed Eva di essere come Dio, non fosse così del tutto insano, certo loro volevano esserlo eliminando Dio, ma forse che proprio nel Cristo fatto uomo, si apra una via in tal senso?! In Gesù che ci dice che l’impossibile è morto con la sua morte, e il possibile è risorto con la sua Pasqua! “Siate come io sono”: qui la provocazione che ci viene lanciata è nientemeno quella di diventare come Dio Padre. E tra padre e figli c’è sempre un passaggio di eredità. Solitamente quello che impariamo dai genitori nel bene o nel male lo trasmettiamo ai figli, agli amici… cioè farà parte del nostro stile di vita… (in termini di usi, costumi, abitudini, tradizioni, modi di vedere la vita….) o per lo meno è il bagaglio da cui partiamo per costruirci la vita… E siamo o no figli di Dio?! Abbiamo o no un Padre nostro che sta nei cieli!?!? Siate come io sono, come io sono con voi…

Devo quindi arrivare all’altro venendo sempre da Dio… e questo è qualcosa di ancora più grande che il dire “adesso mi sforzo di fare il bravo, di fare il bene!”, anche perché probabilmente non ce la faremmo mai ad amare così, se partissimo solo da noi stessi e dalle nostre buone intenzioni… occorre rendersi conto che c’è qualcosa della relazione tra me e Dio, che parla in tal senso, che ha il sapore della santità e della perfezione dell’amore… - “mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi” (Rm 5,8); la capacità di amare e perdonare il nemico non vengono da me ma dall’amore e dal perdono di Dio... Non puoi amare il nemico, se non capisci l’origine, se non incontri la fonte. Allora “Siate DIO”… gli uni per gli altri… Essere come Dio “che fa sor­gere il sole sui buoni e sui cattivi”. Essere come Dio per far sorgere il tuo saluto, il tuo sorriso, il tuo amore, il tuo aiuto su buoni e sui cattivi, perché “se amate solo quelli che vi amano, quale merito avete”? E allora comprendiamo che quando Gesù ci invita a porgere l’altra guancia, non propone la via della debolezza, ma quella della fede degli uomini veramente liberi!

Il “prossimo” e il “nemico” sono diventati termini per tracciare dei confini, per capire chi amare e chi odiare (o essere indifferenti). Ma a ben vedere Gesù con il suo discorso, intende cancellare il concet­to stesso di “nemico”.

Se porgiamo l’altra guancia siamo costretti a girare la testa, e inevitabilmente a cambiare prospettiva, perché il volto si gira e le cose ci appaiono da un altro punto di vista. “Porgere l’altra guancia” in tal senso vuol dire non restare fermi su un’unica prospettiva: l’odio, la rabbia, il risentimento ci bloccano e ci fanno diventare duri. Sentite cosa dice Papa Francesco: “il pensiero rigido non è divino perché Gesù ha assunto la nostra carne che non è rigida, (se non …quando?) nel momento della morte”.

L’amore per chi ci fa del male, lo sappiamo, non è semplice, né veloce, però intanto possiamo cominciare a camminare, e invece di fare un miglio, posso farne due: per conoscere di più l’altro!

Vi lascio con una immagine tratta da un film che abbiamo visto un po’ di tempo fa con i nostri animatori. Storie di gang rivali dove ciascuno credeva e pensava di avere la vita più dura e difficile dell’altro e di non avere nulla in comune con la banda avversaria … Una professoressa divide la classe per bande e li fa disporre gli uni di fronte agli altri e traccia una linea in mezzo, propone tutta una serie di situazioni, e chi le aveva vissute era chiamato a fare un passo avanti verso la linea centrale… spesso e volentieri questi ragazzi che si pensavano così distanti tra loro, si trovano ad un palmo di naso, gli uni di fronte agli altri.. le cose che ci uniscono, anche con i nemici, spesso sono più di quelle che immaginiamo e questi “lontani” possono diventare vicini se, come ci ha detto Paolo, noi siamo tempio dello Spirito di Dio… perché saremmo noi, nel farci prossimi e avvicinandoci a quella linea, a portare il Cristo vicino a loro.


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