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MI STO RENDENDO CONTO... CHE DEVO "LASCIAR FARE" - Battesimo del Signore (Anno A)

Se la festa dell’Epifania ci ha invitato a rivestirci della luce di Cristo, il battesimo di Gesù, origine del nostro battesimo, è l’immersione fino a morire in quel bagno di luce… ma poi per rinascere (!)… perché come diceva la prima lettura: “Io ti ho preso per mano” - potremmo dire - Io ti ho rialzato, ti ho tirato fuori perché tu potessi rinascere dall’acqua e dallo Spirito (Gv 3,5), dalla luce… Nella Chiesa antica infatti il battesimo veniva anche chiamato il Sacramento dell’Illuminazione, mentre la parola battesimo letteralmente significa “immersione totale”: tutto di noi immerso profondamente, totalmente in Cristo, perché ogni area della nostra vita sia avvolta dalla sua grazia!… Finché non sarà cos’, il battesimo rimarrà pratica devota, religiosità vuota, e non capiremo fino in fondo l’amore folle di Cristo per noi, non capiremo fino in fondo quel potere che possiamo esercitare nel nome di Gesù contro il male, che proprio nel rito del battesimo viene richiamato nell’esorcismo… Se Rivestìti di Cristo, immersi totalmente in Lui, allora davvero la nostra vita sarà nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Questa mattina abbiamo avuto con noi le famiglie dei battezzati del 2016: in questi piccoli battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, abbiamo pregato si possa vedere la somiglianza non solo con i propri genitori ma anche quella di Gesù, il Figlio che ci rende figli…

Il Battista, dinanzi a Gesù che si vuole far battezzare con acqua, ha vissuto un momento di esitazione: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me”? È la sensazione di chi incontra la novità di Dio… quella di Elisabetta davanti a Maria: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”… è l’esitazione di Simon Pietro alla lavanda dei piedi “tu vuoi lavare i piedi a me?”…

Ma la festa del Battesimo del Signore Gesù, che chiude il tempo del Natale, ci ricorda proprio che nel Natale di suo figlio, Dio è colui che per primo ci viene a cercare e ci viene incontro!

Un Dio che sceglie di camminare insieme ai peccatori, di mischiarsi con loro, fino a confondersi… rivelandosi così solidale con noi, laddove neppure noi riusciamo ad esserlo: nella nostra povertà e fragilità, nel nostro peccato.

È corretto pensare che il peccato vada condannato: che chi ha rubato restituisca, che chi ha rotto paghi, e così via, ma esiste una giustizia che va oltre al dare ciò che è dovuto! Quella che scaturisce direttamente dal cuore del Signore perché per Dio è cosa buona e giusta che possa ritrovare la vita uno che l’ha perduta, che possa avere un’altra possibilità uno che l’ha sprecata un po’…

E quando fai esperienza di un amore così ecco che forse diventerai a tua volta un portatore sano di bene, un portatore di grazia, come Gesù che laddove passava: “beneficava e risanava…”

Gesù ha rifiutato il primo posto, vuole il posto tra gli uomini, gli uomini ultimi e peccatori, un posto tra noi: questo ci dicono la sua nascita in una stalla, le sue radici a Nazareth a fare tavoli… ma certo Gesù ricorda anche la sua origine dal seno del Padre e la missione che il Padre gli ha affidato tra questi uomini. E ci serve imparare da Lui a partire proprio da ciò che siamo per il Padre: “il figlio amato”! Questo è il fondamento per il nostro oggi e per il nostro domani: incontrare Dio e la sua potenza, la sua salvezza e la sua grazia!

Con i giovani animatori durante il piccolo ritiro di questi giorni, abbiamo sentito una testimonianza: una storia di salvezza di un giovane che in un passaggio diceva: “Chi è passato per il fuoco capisce il fuoco e chi vi sta passando….” Vogliamo leggere così questo desiderio di Gesù di impolverarsi i piedi nella sabbia di quelle rive, di bagnarsi nelle stesse acque in cui sono appena passati gli uomini e le donne che egli vuole servire, guarire e liberare.

La seconda lettura cominciava con Pietro che diceva “in verità io sto rendendomi conto…”, che anche noi possiamo cominciare questo nuovo partendo da una nuova consapevolezza: quella che Gesù è colui che viene a prenderti al Giordano, che ti dà appuntamento nelle acque sporche della tua fragilità, perché anche tu sei un figlio amato dal Padre. Che possiamo renderci conto che prima ancora del nostro comportarci bene o male, l’amore del Signore è su di noi, i suoi cieli sono aperti su di noi… Lui è vicino a noi, per dirci che siamo preziosi ai suoi occhi… Ma chi là fuori é in grado di amarci così, se non Dio?!? Tutto questo provoca smarrimento…

E allo smarrimento di Giovanni il battista, Gesù risponde: “lascia fare (a me)”… Ecco che in questo nuovo anno possiamo prendere il proposito di “lasciar fare” un po’ più a Dio in noi… per avere 365 possibilità di fidarci di Gesù, che ha chiesto per noi: “Sappiano, Padre, che li hai amati come hai amato me”: Dio ama ciascuno come ha amato Gesù. Siamo dei battezzati in questa luce, in questo amore, che lo Spirito ce ne faccia rendere conto!

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