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CONSAPEVOLI DEL MOMENTO - I Avvento (Anno A)

Quante volte quando qualcosa non va tanto, ci diciamo che abbiamo bisogno di prenderci del tempo, una pausa di riflessione, per pensare, per rielaborare e rileggere le situazioni… ecco che la Liturgia ci offre la grande occasione dell’Avvento per fare tutto questo insieme, perché si sa l’unione fa la forza, la comunione fa la differenza… E davanti a noi, come traccia e provocazione ci viene offerta l’icona biblica di Noè: cioè ci viene detto che affannati nelle preoccupazioni di tutti i giorni (che sono reali, che sono tante! Alcune delle quali sono anche buone anzi buonissime!) potremmo però semplicemente dimenticarci del Signore. (Vi chiedo: vi sembra un’ipotesi tanto surreale?!?) Potremmo proprio non accorgerci che il Signore viene e, come al tempo di Noè, potremmo continuare a vivere come se tutto fosse normale, una cosa dietro l’altra, una catena di cose belle e cose brutte, una in fila all’altra in un’alternanza quasi meccanica.. ma in realtà siamo al limite del diluvio…

È tempo di riscoprire l’Avvento, perché se c’è da una parte il black-friday che ci fa mettere in fila per fare acquisti scontati, dall’altra parte c’è un Dio che non si fila più nessuno e che invece ti aspetta…! Forse è vero non ti fa grandi sconti, ma ti sta suggerendo che in qualche area della tua vita stai facendo acqua e c’è un diluvio alle porte e perciò per il tuo bene ti chiede di metterti a costruire l’arca, di lavorare per “l’anti-diluvio”, di pensare anche alla cura dello Spirito, dell’Eternità, alla Salvezza… Cosa facevano di male quelle persone al tempo di Noe’? Quelle persone non facevano niente di più o di meno o di diverso da quello che facciamo tutti… ma come ci diceva la lettera ai Romani erano diventati poco ”consapevoli del momento” (Rm 13,11). Poco consapevoli che in ogni momento siamo visitati ed inabitati dal Signore… Pensiamo alla visitazione di Maria…(!)

“Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata”. Cosa facevano di male? Perché uno sì e l’altro no? Non facevano le stesse ed identiche cose? Perché c’è modo e modo di fare le stesse cose, di agire, di parlare … Magari uno viveva per prendere e avere, l’altro per condividere e amare, allora uno era pronto per il Signore, parlava la sua lingua, l’altro no… ed è compito di un Dio Padre dire ai propri figli di non vivere solo pensando a se stessi, di vivere solo per accumulare, o solo per le emozioni e per le esigenze affettive e biologiche; escludere in tutto questo il Signore non ti rende completo e non ti fa onore… perché non sei stato pensato solo per quelle cose, e non sei figlio di un black friday, ma di un settimo giorno pieno di luce!… e ce lo dice chi verrà proprio a farsi uomo… un Dio che si fa carne…

Se la mia felicità dipende SOLO dalla macina, SOLO dal mio lavoro, SOLO dal mio letto, cioè SOLO dai miei affetti… forse rimarrò sempre un po’ deluso…

Allora l’Avvento sia davvero un tempo per ricominciare, un tempo per tornare come il profeta Isaia ad avere visioni sulla nostra vita e sul mondo, un tempo nel quale pensare in grande, pensare all’intreccio del sogno di Dio con i nostri sogni, ma ad occhi ben aperti, proprio come Maria (!), perché non rimanga tutto sul piano della fantasia, ma nella fede tutto diventi realtà, certezza delle cose che ancora non vediamo.

Per questo ci veniva detto che “È ormai tempo di svegliarci dal sonno (ma non di smettere di sognare!), perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti”.

Se la tua fede è come quella del giorno in cui sei diventato credente… magari come quella del giorno del tuo battesimo, qualcosa non va… Sei cresciuto in tutto… nel modo di parlare, pensare, vestire, il tuo corpo… ma la tua fede è rimasta là?!? Qualcosa non va… Perché mentre fai la bella addormentata o il bello addormentato, il bosco tutt’intorno continua a crescere e cambiare!!

Ci illudiamo che continuando a dormire, prima o poi, la realtà ci lascerà in pace e non ci chiederà più la fatica della sveglia, la fatica di deciderci, ma non sarà mai così…

Prima di invitarci a vegliare, l’evangelista Matteo ci suggerisce di guardare come il ramo di fico diventa maturo. Da lì capiamo che il tempo è cambiato, comprendiamo il clima… Nella vita ci sono dei processi da osservare per capire cosa sta succedendo. Come il ramo di fico, così la vita ci mostra a che punto sono le cose…

Ad esempio mi sono accorto che un sacco di persone con il terremoto hanno perso tutto?!? Non dire “non posso farci nulla…” Dalla preghiera in avanti ci sono un sacco di iniziative che ti aspettano! Svegliati, apri gli occhi… guarda il ramo di fico, guarda a quelle macerie, guarda ai barconi, guarda all’acqua che è venuta giù e ha fatto danno solo a pochi chilometri da casa tua (!)

Allora al “non posso farci nulla rispondi”: posso svegliarmi… e con consapevolezza e responsabilità posso guardare il ramo di fico… e sapete il profeta Geremia dopo essere stato visitato dal Signore, dopo tre giorni, si deciderà guardando non il ramo di fico, ma quello di mandorlo in un gioco bellissimo dell’ebraico (šāqēd) e così Geremia capirà che l'atteggiamento del Signore nei riguardi del suo popolo è quello di vigilare (šōqēd). Il Dio che ti chiede di vegliare è il Dio che per primo vigila su di te!… Dio vigila sulla sua parola per eseguirla e portarla ad effetto… e la attua in Gesù, che è la parola fatta carne! - Allora buon periodo di avvento alla costruzione della propria arca e degli occhi aperti sul ramo di fico e sul ramo di mandorlo per celebrare la vita con i suoi riti come in una eucarestia, dove dichiarare il tutto di noi nel tutto di Lui.


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