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GUARITO FUORI, PURIFICATO DENTRO: SALVATO TUTTO! - XXVIII Tempo Ordinario (Anno C)

Quante volte ci capita che se siamo alla ricerca di un oggetto per un regalo, di un capo di abbigliamento per un’occasione importante, di un computer per il lavoro, e questi costano poco, li guardiamo con sospetto e li reputiamo di poco valore, o che se uno spettacolo è gratuito lo si pensa subito di bassa qualità… se tutte queste cose hanno invece un prezzo alto - poi magari non le possiamo comprare - ma godono subito di maggiore stima, sembrano direttamente di maggiore qualità…

Lo stesso può avvenire per le cose di Dio… Così se un papa indice l’anno della misericordia per ricordarci chi è il nostro Dio, lo si guarda con sospetto, è la chiesa modernista di manica larga che cerca di accalappiarsi gente…

In questa direzione le nostre letture, dove per ottenere guarigione, devo fare qualcosa di basso profilo: Naaman capo di stato maggiore del re di Siria deve “abbassarsi” passando a scalare, dal sovrano, al profeta, al servo, alle acque del Giordano… quindi per ottenere guarigione dovrei semplicemente bagnarmi con dell’acqua?!?…. Per diventare figlio di Dio dovrei semplicemente essere battezzato nel nome del padre del figlio e dello spirito santo? Ascoltare una Buona Notizia e vivere di conseguenza? Troppo facile, semplice, sembra banale e da creduloni...

Sembrano cose inutili, ma come il Signore la scorsa settimana ci diceva che può servirsi di “servi inutili”, così può servirsi delle cose apparentemente inutili e banali per far venire il suo Regno: un po’ d’acqua, un pezzo di pane, un po’ di vino, dei sacerdoti, una preghiera…

Quanto siamo, a volte, toppo mentali, cerebrali, sempre presi dal soppesare tutto, sempre pronti a giudicare cosa e chi è degno di Dio oppure no… Ma il nostro Dio è diverso… quei lebbrosi non hanno fatto niente per meritarsi la guarigione, come d’altro canto Giobbe non ha fatto proprio nulla per meritarsi tutti quei mali e quelle sciagure…per poi riavere indietro tutte le cose che aveva perso…! Gratuità…questa è la via scelta da Gesù! Gratuità che è l’altro nome della grazia.

Ma i gesti che fanno i lebbrosi, questi uomini e queste donne che stanno perdendo pezzi, che stanno perdendo la vita pezzo dopo pezzo, non è semplicemente quello di essersi bagnati nell’acqua e dell’essere andati dai sacerdoti, quanto piuttosto dell’essersi fidati di quella parola…se vogliamo, così assurda!! È quella fiducia che c’è dietro che fa la differenza e si fa obbedienza!… e dire che dò fiducia ad uno che mi chiede una cosa strana o di poco senso… vuol dire che ho una relazione importante con lui—- “guarda non ci capisco niente, ma perché sei tu a dirmelo io mi fido e so che non andrà male! E se cadremo, cadremo insieme e insieme ci rialzeremo”…

E perché qualcosa di importante avvenga, occorre proprio questa fiducia, che è l’altro nome della fede, e che nel vangelo è quella cosa che fa mettere in marcia i lebbrosi verso i sacerdoti, prima ancora di avere ottenuto la guarigione…! Allora erano i sacerdoti a dover attestare l’avvenuta guarigione, ma qui la guarigione non c’è ancora (!)… Ma la guarigione comincia così: con il primo passo compiuto credendo alla parola di uomo che si dice Figlio di Dio.

E questo inviare dai sacerdoti è un po’ come a dire: ringrazia ancora prima di avere ottenuto perché sai che il tuo Signore c’è, ti sta ascoltando e Lui verrà e ti salverà… magari non ti guarirà ma ha promesso che ti salverà e lui non ritratta la sua parola e non rinnega se stesso!

Ma di quei dieci guariti, solo uno ha avuto il coraggio di dire “grazie” e di fare ritorno: spaccato attualissimo dei numeri delle nostre chiese e dei nostri gruppi, delle nostre feste della comunità dove trovi 4 gatti… (ma 4 gatti meravigliosi e benedetti).

Che il Signore ci conceda di imparare a dire grazie con la vita, e a LODARE, RINGRAZIARE e CANTARE con la vita! Quante volte nel confessionale sentiamo “mica chiedevo tanto, mi bastava un grazie”!… Che il Signore insegni prima di tutto ad essere noi quel grazie che vogliamo sentirci dire. A fermarci nella nostra continua corsa in avanti, per avere il coraggio anche di tornare ogni tanto indietro come quel lebbroso… E anche questa volta impariamo tutto questo da un “lontano”, un samaritano, un eretico… perché questo percorso a ritroso (che però ti fa andare avanti nella vita spirituale !) lo può fare chi ha un cuore libero, libero da sovrastrutture e pregiudizi religiosi, pulito, che si sa accontentare dell’oggi che si rende conto che quello che ha tra le mani, nella sua vita, non è così scontato che ci sia, non è così dovuto averlo!

Dieci guariti, uno solo ritorna a dire grazie… Se succede così a me… cioè che tu non mi dica grazie quando me lo merito (!)… bhè io quanto meno ti cancello da Fb, ti blocco su Whatsapp e ti elimino dalla rubrica….! Ma il Signore non ritira il suo dono, non si vendica, la gratuità del Signore non fa ritornare la lebbra agli altri nove…… Però comprendiamo bene che ci troviamo davanti a una differenza: dieci guariti ma dei quali solo uno è salvato(!!), cioè la guarigione diventa piena solo se trasformiamo la vita in una eucarestia, in una celebrazione di lode. Il decimo lebbroso, potremmo dire è l’unico che sia veramente guarito: perché guarito nella pelle e nel cuore, non solo fuori, ma anche dentro. Non ha detto semplicemente un vuoto grazie, ma è entrato in una piena comunione! E può dire con Naaman “Ora so che non c’è Dio come te su tutta la terra”. In questa eucarestia, possiamo portare sull’altare di Dio, insieme alla nostra lebbra, il nostro grazie, perché già abbiamo ottenuto!

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