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NON ESSERE UN "CRISTIANO NEET" - XXV Tempo Ordinario (Anno C)

E per la liturgia di questa domenica è tempo di bilancio… “Rendi conto della tua amministrazione!”.

Siamo tenuti anche noi al bilancio consolidato, dobbiamo rendere pubblica la nostra economia, la gestione della vita, dei nostri beni, dei nostri doni, delle nostre relazioni, delle nostre vocazioni…

E chi di noi è all’altezza di questo rendiconto, chi di noi in questo momento è nella situazione di un bilancio presentabile?!?

E forse dinanzi a questa verifica, ci sentiamo tutti un po’ disonesti ed ingiusti, e non faremmo una bella figura dinanzi all’assemblea dei soci, nei confronti dei nostri fratelli…

E come l’uomo di fiducia della parabola, quell’amministratore, siamo accusati anche noi di sperperare i beni del padrone…

Che abbiamo fatto e cosa stiamo facendo delle cose di Dio…?!? E delle cose che Dio ci ha affidato? O ci dimentichiamo di 1Cor 4:7 “Che cosa mai possiedi che tu non lo abbia ricevuto?” … E come nel quadro descritto dal profeta Amos “lavoriamo sulla bilancia e sulle misure” costringendo cioè le persone a ricevere meno di quanto loro aspettino e ci “vendiamo anche lo scarto del grano”… Siamo cioè in un’epoca dove ci vendiamo tutto, anche le cose più importanti, e forse vendiamo anche noi stessi e ci svendiamo un po’ gli uni gli altri… ci postiamo su Fb o su Twitter l’intimità e se potessimo anche l’anima e così diventiamo disonesti e ingiusti e non solo perché magari rubiamo esplicitamente o a tavolino meditiamo iniquità… ma sentite cosa si chiede Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Sii, citando un documento dei vescovi della Nuova Zelanda. “Cosa significa il comandamento 'non uccidere' ( e potremmo aggiungere “non rubare”, “essere giusti”) quando un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per ‘sopravvivere’?". Vedete come si amplia l’orizzonte! Quando penso solo a me e non agli altri, quando sono prepotente, quando non lascio spazio agli altri nel mondo, ma anche in una discussione, in una riflessione, e non conduco - seconda lettura - “una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”… In tutti questi casi “Serviamo le cose o Dio?”… Perché solo quando serviamo Dio tante altre cose perdono interesse e le collochiamo nella loro giusta posizione, e le guardiamo con occhi giusti!

Senza questa logica, capiamo bene, che tutta la nostra ricchezza è disonesta!! La ricchezza è ingiusta quando è considerata una proprietà privata; è ingiusta quando promette una sicurezza che non può dare e mantenere…

Ma nonostante tutto ci viene chiesto di usarla… Ma non per accumulare ed arricchirci ma per creare amici!! Gesù sembra ricordarci che nel tempo di Dio l’unica ricchezza veramente nostra, sarà quella che abbiamo donato, quella che è depositata nel cuore e nella casa del fratello…

E allora non ci viene richiesto di essere dei Cristiani “Neet” … Sapete cos’è la generazione “Neet”? è la generazione anche detta Né Né… un fenomeno preoccupante in vertiginosa crescita in Occidente - Né Né: sono quei giovani 15-29 anni che né lavorano né studiano, né si impegnano a cercare e pensare a una di queste due cose… sono “a carico di” mamma e papà, della società… delle larve!… Non ci viene chiesto di “non vivere” perché la ricchezza è disonesta ed è del demonio… anzi ci viene detto di Investire ma per vivere e non lasciarci vivere (!) magari per paura di questo o quello… e non per guadagnare e accumulare, ma per amore!!

E quell'amministratore che si vede perduto, smascherato, si inventa qualcosa, non fa il Neet, ma fa di tutto per uscire fuori dal suo naufragio, e regala olio, vino…. E “Il padrone - come un padre che vede il figlioletto piccolo inventare una delle più assurde storielle per uscire fuori pulito dal guaio che ha appena combinato, e si compiace di quel racconto tanto fantasioso ma intelligente, perché nell’economia di quell’arte dell’imparare a vivere - lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”. E perché tu sei un cristiano NèNè né carne né pesce?!?… Un cristiano che non inventa più nulla per amare, per vivere bene il suo matrimonio, per provare a perdonare e costruire ponti, a tirare fuori il meglio dell’altro, a valorizzare gli altri….

Lutero scrive commentando questa parabola: “Cristo non ci presenta come modello l’amministratore iniquo a motivo della sua ingiustizia, bensì a motivo della sua saggezza…. è proprio come se volendo invitare ed invogliare a vegliare, a pregare e studiare dicessi: gli assassini e i ladri vegliano di notte per rubare, studiano il piano per rapinare, pregano perché tutto vada bene… perché tu non vuoi vegliare, studiare, pregare…”?!?

E un padre della chiesa si augurerà di: “Amare Dio almeno tanto quanto il peccato”. Quando amiamo qualcosa, facciamo proprio di tutto per averlo e possederlo…

E l’amministratore disonesto farà inconsapevolmente qualcosa che ci ricorda Dio: opera verso i debitori allo stesso modo con cui Dio opera verso l'uomo: dona, perdona, rimette i debiti… E come Gesù sperpera la grazia del Padre, perdonando il ladro Levi, Zaccheo, fermando le pietre preparate per l’adultera…perché la sua strategia è quella di coprire il male di bene.

Allora anche noi usiamo di quella ricchezza per creare legami, anziché diventare semplicemente noi amici della ricchezza… E ricordiamoci che l'elemosina, «copre una moltitudine di peccati» (I Pt 4,8)… e un frutto buono vale più di tutti i frutti marci… una parola buona, un gesto buono, un uomo buono più di tutti i peccati messi insieme!


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