MA TU, SIGNORE, NON MI HAI DELUSO! - IV Tempo Ordinario (Anno C)
Il brano del Vangelo di oggi riprende il versetto finale di quello della scorsa settimana, e racconta delle reazioni dei presenti, dopo il discorso di Gesù nella sinagoga. E la reazione è durissima: si passa dall’ammirazione iniziale...al volerlo fare fuori. Perché?
Gesù ha il coraggio di dire quella semplice parolina: “OGGI”. Si arroga cioè il diritto di dire che OGGI in LUI si compiono le Scritture. Pensate a tutta la gente che riponeva la speranza, le aspettative, i sogni, nel Messia che doveva venire, che immaginava da tempo quell’OGGI dagli effetti speciali, dalla forza dirompente... Ed invece è tutto lì in un uomo, figlio di due poveracci - Giuseppe e Maria - carpentiere figlio di carpentiere che è 30 anni che conoscono, con una vita come tutte le altre... CHE DELUSIONE!
Inoltre Gesù interrompe il brano del profeta Isaia, che stava leggendo, proprio sul più bello: quando Isaia dice “a predicare un giorno di vendetta per il nostro Dio”... quella vendetta che gli Israeliti si aspettavano per tutti i pagani che li osteggiavano... e invece Gesù proclamerà, quasi a correggere l’Antico Testamento “un anno di grazia”, e questo li fa imbestialire! Ieri come oggi colpiscono di più le condanne, le brutte notizie di cronaca, vendetta e sangue, piuttosto che le Buone Notizie... peccato (o per fortuna!) che il Vangelo sia proprio la più bella tra tutte le buone notizie! E a volta la bontà fa salire su la rabbia perché sembra non fare giustizia alla nostra rabbia, alle nostre paure, a tutto quel bagaglio di “patito”...
E ancora, la gente chiede: ”Fai anche da noi i miracoli di Cafàrnao!”. Più che “Dio”, vogliono “da Dio” i suoi miracoli. Ma Gesù risponde raccontando i prodigi fatti agli stranieri, a quelli che secondo la gente non erano degni e non meritavano, e questo fa salire ancora di più la temperatura... Ma come, ammettiamo che tu possa fare tutto quello che dici, che tu sia quello che dici di essere... MA ALLORA: “sei dei nostri o sei contro di noi?” Gesù risponde: "questa volta non farò miracoli, perché di miracoli il mondo ne è pieno, ma non basta mai!! "
E a rincarare la dose, a provocarlo ed umiliarlo, gli dicono: “Medico cura te stesso”, sulla linea di quanto gli chiederanno sulla croce “scendi, salva te stesso! e salva noi che siamo del tuo paese, del tuo partito"... ma il punto è proprio questo: Gesù non vuole curarsi da solo, non si salva da solo. Ci dirà la lettera agli Ebrei: Egli è il precursore e perfezionatore della fede e per primo sa di doversi fidare, sa che sarà il Padre a salvarlo. Vuole insegnarci quello che ci mostra l’origine stessa della vita, la nascita: non bastiamo a noi stessi!
E la Prima Lettura, con le parole rivolte al profeta Geremia, ci rimanda proprio al primo dei miracoli, LA VITA, LA NASCITA: “Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto”. La tua vita ancor prima che dal grembo di tua madre viene dall’utero di Dio, dalle Sue viscere. E riconoscere la propria origine è riconoscere anche la propria meta, la propria fine: perché un Dio che ti ha creato non ti abbandonerà al momento della prova e della fine!
Mettendo insieme tutto questo, Gesù svela il suo segreto. Per tutti Lui è semplicemente il figlio di Maria e Giuseppe, il Carpentiere di Nazareth. Bene, non sarà più solo tutto questo! Forse è tempo anche per noi di diventare meno quello che la gente dice e conosce di noi, per essere quello che nessuno conosce tranne Dio e che Lui stesso ci sta chiedendo di essere e di diventare.
Questo provava ad indicare Geremia che - come tutti i profeti - risultava una voce fuori dal coro. Mentre tutte la altre voci dicevano “Va bene così!”, lui ha avuto il coraggio di dire “non va bene così”. Il brano diceva che “dal primo all’ultimo vivevano la corruzione” e questo suo dire “Non va bene così”, come possiamo immaginare, gli farà “guadagnare” una vita non da ridere... “sarai braccato da ogni parte,... Ti faranno guerra... MA...non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti". E con la forza del Signore, che il salmista può proclamare: “In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso”.
La gente in sinagoga era rimasta delusa per le parole di Gesù. Quante volte ci prende questa delusione! Ecco che noi possiamo dire: "Signore nella mia vita, posso aver trovato persone diverse da quelle che mi aspettavo, una realtà differente da come l’aspettavo... lo stesso nella famiglia che mi sono creato, nel partner che ho accanto, nella chiesa, nel gruppo di amici, sul lavoro... Ma anche se tutti mi deludessero, e probabilmente l’hanno già fatto o lo faranno... possa io arrivare a fine giornata, e un domani a fine vita, e poter dire “MA TU, SIGNORE, NON MI HAI DELUSO”, è stato tutto diverso da... “MA TU NON MI HAI DELUSO e le tue promesse erano vere”"!!! Che questa promessa, questa profezia, di “non-delusione” possa davvero incontrare il tuo OGGI per poter cominciare a vivere in TE.
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