MISERICORDIA VS IUSTICORDIA - XI Tempo Ordinario (Anno C)
E Gesù si rivela ancora una volta come uomo di relazione: ogni volta che è toccato da una persona che soffre, che è in crisi, che è in cerca di amore, si attiva a toccare, si muove nelle viscere, cioè dà quella compassione che - quest’anno lo stiamo imparando molto bene - si chiama misericordia, cioè quell’avere un cuore per i miseri. E in nome di questo, Gesù trasgredisce la convenzione, la tradizione, la stessa Legge…. è spinto a colmare la distanza che il protocollo chiederebbe, perché l’amore e la misericordia chiedono sempre una prossimità, la cura per la relazione…
E per Simone invece il profeta è colui che ha “GIUSTICORDIA” = un cuore per i giusti, colui cioè che conosce la Legge e che in base alle sue norme è anche autorizzato a giudicare le persone. È perciò profeta di un regno in cui i giusti stanno da una parte e gli ingiusti dall’altra, senza confusioni o commistioni: ma in quella casa invece gli spazi si intrecciano e si confondono, si spostano i confini, si aprono le barriere: e l’area del peccatore tocca quello del giusto, lo spazio del giusto accoglie quello del peccatore!
Come a dire “Simone guarda … è tutto vero quello che tu sai su questa donna, ma ricordati che anche da chi ha sbagliato c’è da imparare qualcosa”… perché la persona è sempre qualcosa di più rispetto al suo errore… la persona non va ridotta al suo peccato… Ma soprattutto c’è da imparare di quell’amore del Padre, quali siano gli occhi del Signore che ti dicono: “bhè anche se ce l’hai messa proprio tutta per farmi credere che sei uno sgorbio, che non vali nulla, che sei uno schifo… non ci sei riuscito e io continuo ad avere per te un cuore di padre e madre…”
L’occhio dell’uomo spesso si ferma a quei confini di un convenzionale bene e male: l’occhio di Dio no, perché, “quanto dista l’oriente dall’occidente così egli allontana da te la tua colpa e se la getta dietro le spalle”, per permettere un nuovo inizio…
E questo nuovo inizio è suggellato e fissato da un unguento nuovo: il profumo di quel vasetto prezioso che viene rotto misto alle lacrime di pentimento… il tutto in una gestualità graziosa: cioè piena di grazia! - “tu non mi hai dato acqua…lei le lacrime, tu non un bacio, lei il bacio dei piedi e il profumo…” - tutto questo per farci capire che ogni gesto di amore avvicina a Dio! E in tutta questa grazia: più si ama e più si è perdonati, più si è perdonati più si ama!
Come fa Gesù ad aiutare Simone a spogliarsi della sua armatura? Gli fa capire che è lui che sta prostituendo la sua fede alla Legge esteriore… gli fa comprendere che la pienezza della Legge è proprio l’amore! Che ciò che conta è il compimento di quella Legge che è Cristo stesso, l’unto!
Noi pensiamo la fede come un insieme complicato di dogmi e di doveri, con molte leggi; invece è questione di profumo e lacrime: cioè di relazione d’amore. Nel Cantico dei Cantici il profumo prolunga la presenza dell'amato, quando ha lasciato la stanza… E San Paolo dice che dobbiamo “profumare di Cristo”… dobbiamo “sapere di Cristo”, e come il pastore ha l’odore delle pecore, qui Cristo ha nei piedi e addosso il profumo dell’adultera …
Simone non è che sia stato inospitale, ha semplicemente fatto il minimo, ma davanti a chi dà il massimo non si può rispondere con la tirchieria del minimo… dinanzi a colui che ti ha amato fino alla fine sei chiamato ad un sano orgoglio che ti invita a spezzarti e romperti come quel vasetto di profumo…
Noi non possiamo evitare di essere fragili e deboli, ma possiamo evitare di rimanere nella menzogna e nella indifferenza… Gesù ‘perdona’ non perché non sbagliamo mai - L’uomo giusto pecca 7 volte al giorno! - Ma la salvezza è per coloro che stanno in relazione con lui o meno… Non si parte dalla perfezione ma dell’essere davanti a lui e battersi il petto… come ha fatto Davide, “l’uomo secondo il cuore di Dio”: che se poi vai a vedere bene è semplicemente un traditore lussurioso ed un assassino… Ma oggi ci viene ricordato che siamo secondo il cuore di Dio non se non sbagliamo mai, ma se sappiamo chi siamo e invochiamo il perdono del Signore di Misericordia: “Signore Pietà”… come ci fa pregare sempre la liturgia iniziale dell’eucarisita. È la relazione con Gesù che ci salva, per questo Paolo può esprimere con forza : “non vivo più io, ma Cristo vive in me” … e se è così “Va’ in pace, la tua fede ti avrà salvato!
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