GESÙ TOCCATO NELLE VISCERE, TOCCA NELLA CARNE - X Tempo Ordinario (Anno C)
E il mese di giugno è il mese dedicato dalla tradizione al Sacro cuore di Gesù... e in questo anno santo del Giubileo stiamo contemplando proprio l’essenza di questo cuore che è la Misericordia infinita del Signore, e ormai tante volte lo abbiamo sentito: misericordia, dall’ebraico, significa utero materno, viscere, e cioè il Signore che ci ama in maniera viscerale, e dal latino le due parole che compongono Misericordia sono "miser" che ha a che fare con il misero e "cordia" che deriva da "cors", il cuore... il Signore che quando vede un povero e una situazione di povertà sente come un pugno nello stomaco, un crampo nelle viscere: questa è la sua compassione.
Qualche giorno fa sono stato in un’assemblea di preghiera dove ho incontrato molte mamme che chiedevano preghiera per i loro figli... e quello che ho sentito con le orecchie e con il cuore mi ha riportato alla prima lettura e a questo stato.
Nell’episodio della vedova di Sarepta che ha perso l’unico figlio, ecco che abbiamo visto l’azione delle viscere di misericordia di Dio che si smuovono e che esaudiscono la preghiera di Elia... quell’unico figlio è riportato in vita!
Verrebbe subito da chiedersi perché allora il Signore non compie per tutti questo miracolo... ma poi la stessa ragione ci fa comprendere che chiedere questo sarebbe assurdo perché allora vorrebbe chiedere di spazzare via la morte che la vita naturalmente porta con sé... ma in realtà pur lasciando in questo mondo morte, malattia e prova, con la morte e risurrezione di Gesù, il figlio unigenito, Dio ci ha proprio voluto dire che quello che è successo a quella vedova lo avrebbe esteso proprio per tutti in un modo nuovo e misterioso... per attestare che anche sulla morte l’ultima parola è la sua!
E abbiamo sentito, Elia prende il figlio dal seno della madre e lo porta alla stanza superiore, perché dinanzi ad una cosa così dolorosa, così difficile bisogna innalzarsi per guardare al fatto con una forza e sapienza che vengono dall’alto, con i criteri altri e alti... della fede! Quella donna apostrofa il profeta: “Che cosa c’è fra me e te uomo di Dio?” - E dà una interpretazione secondo i propri sensi di colpa:“Sei venuto Per rinnovare la mia colpa?”, come a dire, che la morte del figlio sarebbe il pagamento per il male fatto, per il suo peccato passato... Ma questa non è la logica di Dio: il profeta arriva non per regolare i conti ma per portare Dio, per dire che laddove si manifesta la nostra impotenza Dio può ancora...
Ecco perché il salmista può esclamare: “Signore, ti lodo perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere”; altre volte non vedremo tutto questo qui su questa terra, ma ci viene ricordato che questo è il Sacro Cuore del Padre: riportare alla vita la vita. Ed è descritto così anche nel vangelo... dopo una giornata di successi, Gesù e i suoi discepoli sono nella gioia, ma il corteo festante si incontra e scontra con il corteo funebre, la gioia e il dolore, in questa giostra che è la nostra vita... una mamma che porta il figlio alla tomba, una silenziosa icona del dolore, ed ecco che ancora una volta lo stomaco di Gesù brontola, Gesù sente un morso delle viscere, nel vedere la morte del figlio unico della donna vedova, e le impone di non piangere... qualcosa di sovrumano... contro la logica dei sentimenti... Ma solo per dire: ”Ora che mi sono chinato sul tuo dolore, non devi più aver paura: puoi aprirti alla speranza e alla gioia; puoi ancora riavere tuo figlio, puoi ancora amarlo e Gesù compie un gesto contro la legge: tocca la bara, si rende cioè - per la legge del tempo - impuro. Ogni volta che Gesù si commuove, trasgredisce. Ogni volta che Gesù è toccato, tocca a sua volta: è stato così per il lebbroso, così il cieco, così per l’emorroissa... Gesù trasgredisce perché quella Legge difendeva la vita dei sani, ma si perdeva la vita dei malati. Ma Gesù non è venuto per i sani ma proprio per i malati, non per i giusti, ma per i peccatori! La stessa legge deve essere curata dalla misericordia del Padre, reintegrando con un atto d’amore gli esclusi della società, e quelli per cui la vita è finita!
Gesù si fa “fuorilegge” perché non può non ascoltare le viscere del Padre che si muovono in lui... e quel giovinetto si mette in piedi, la parola di Dio rimette in piedi l’uomo, è una seconda creazione. Dio ha visitato il suo popolo! Allora attenzione ad una vita non visitata, non orientata a Dio e all’amore... Per questo sentiamo su di noi quelle parole dette al giovinetto morto: ”Dico a te, àlzati!”, alzati dalla tua pigrizia, dalla tua rabbia, dalla tua depressione, dalla tua malattia, e abbi il coraggio di affrontare quanto stai vivendo da un’altra prospettiva: quella della stanza superiore, il punto di vista della fede.
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